L’agenzia farà i controlli sulle cave segnalate dall’associazione e installerà una stazione di monitoraggio in continuo delle acque.
di Iacopo Ricci
SERAVEZZA (Lu) – Arpat ha risposto alla denuncia di Apuane Libere sull’inquinamento dei fiumi Serra e Versilia ed eseguirà tutti i controlli necessari.
Il 28 luglio scorso l’associazione ambientalista aveva segnalato ai Carabinieri Forestali, Arpat, Regione Toscana e Capitaneria di Porto una grave emergenza ambientale nel torrente Serra, sotto il bacino estrattivo di Trambiserra (leggi qui l’articolo). Una denuncia corredata da un corposo dossier fotografico. Quando piove, avevano detto, dai piazzali delle cave Trambiserra, Pellini e Pellizzari viene giù una valanga di marmettola, fanghi e sostanze inquinanti che va a finire direttamente nelle polle del torrente Serra e da lì, attraverso le vie d’acqua, fino in mare.
La risposta di ARPAT, si apprende da Apuane Libere, è arrivata il 20 agosto: l’agenzia ambientale regionale inserirà la denuncia nel cronoprogramma dei controlli da effettuare sulle cave e installerà una stazione di monitoraggio in continuo dei vari parametri delle acque. Lo stesso documento è stato inviato anche al Comune di Seravezza il quale, dicono dall’associazione, “non potrà più dire che ‘non sapeva’ o ‘nessuno lo ha segnalato’, come successo più volte davanti alle nostre denunce“.
I danni ambientali arrecati dalla marmettola (polveri provenienti dalla lavorazione del marmo mischiati ad olii pesanti e idrocarburi) sono ben noti e più volte segnalati dalla stessa ARPAT: cementificazione delle falde acquifere e degli alvei dei fiumi che va a soffocare ogni forma di vita. Lo sanno tutti ma l’andazzo continua e quando piove si ripete il triste spettacolo dei fiumi delle Apuane che diventano bianchi.
Apuane Libere è soddisfatta che la segnalazione sia andata a buon fine: “È inutile che sindacalisti ed ex si affannino a trovare giustificazioni all’attuale “sistema marmo” e alle leggi regionali che lo sostengono. Non esistono più le ragioni storiche, sociologiche ed economiche per giustificare questa tragedia ambientale. Questa è l’ulteriore dimostrazione che il lavoro di Apuane Libere serve e ottiene risultati”.
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