Oltre la siepe - di Sandro Angiolini

Ma che caldo fa… e c’è ancora chi nega il problema del cambiamento climatico

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Nonostante l’evidenza si continua a sottovalutare i costi della non-azione e si rimandano gli interventi al futuro. Come se le cose si aggiustassero da sole. 

 

di Sandro Angiolini
16 luglio 2023

Non c’è bisogno di scomodare i media di ogni parte del mondo per capire che uno degli argomenti di carattere ambientale più citati in questa settimana è il grande, feroce caldo che attanaglia soprattutto le città.
Ma un’occhiata ad alcuni titoli conviene darla:

– a Phoenix, capitale dello stato dell’Arizona, hanno appena registrato il 15° giorno consecutivo con temperature superiori ai 43 gradi centigradi. Un terzo circa degli abitanti USA è soggetto agli effetti di queste ondate di fortissimo calore;
– il vice-presidente della Commissione Europea, l’olandese Franz Timmermans, ha dichiarato (a margine di un incontro internazionale a cui partecipava anche la Cina) che la giornata del 15 luglio diventerà la giornata mondiale delle vittime del cambiamento climatico; sottolineando l’urgenza di attuare interventi che prevengano danni ancora maggiori alla popolazione;
– il quotidiano inglese The Guardian ha evidenziato che in ben 16 città italiane ci si aspettano nei prossimi giorni punte di calore estremo, vicine ai 49 gradi, mai osservate prima.

Come al solito, permettetemi alcune personali riflessioni:
– nonostante quello che avete appena finito di leggere, è incredibile notare che ci sia ancora chi nega il problema del cambiamento climatico e l’azione determinante che hanno svolto e svolgono le attività umane nel provocarlo. Eppure ci sono;

– nonostante quello che avete appena finito di leggere, quando si tratta di prendere decisioni di politica economica, e/o su singoli progetti che abbiano una ricaduta sul cambiamento climatico, nella maggior parte dei casi si continua a sottovalutare i costi (anche per l’umanità) della non-azione su questo fronte e si rimandano gli interventi al futuro, come se le cose si aggiustassero miracolosamente da sole;

due settori mi sembra che più di altri abbiano bisogno di un cambio di passo: la pianificazione urbanistica, dove l’emergenza derivante da alcune cattive scelte del passato è forte. Non basta aggiungere qualche albero nei giardini che già ci sono, o spendere somme enormi per “boschi verticali” o altre opere più o meno alla moda che poi non si riesce a mantenere; l’agricoltura e l’allevamento, attività colpite altrettanto duramente dal cambio climatico, dove i consumi di acqua sono ancora troppo alti rispetto al possibile e dove una riconversione ecologicamente sostenibile va sostenuta con altrettanta forza. Ne va del nostro futuro.

 

Sandro Angiolini_piccolaOLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.

Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.

È di recente uscito il suo libro “Comunicare meglio-istruzioni per l’uso”, un manuale divulgativo sulle tecniche di comunicazione rivolto ai non addetti ai lavori.
Vedi https://www.amazon.it/dp/883221184X?ref_=pe_3052080_397514860