La consigliera regionale Galletti: “Con il progetto sui ‘Cammini religiosi’ finanziato con 20 milioni di euro si vogliono spingere i pellegrini verso un altro tragitto, contro ogni evidenza storica”.
FIRENZE, AREZZO – San Francesco, nel tragitto per andare a Firenze e ritorno, passò dalla Consuma? La tradizione dice di sì. E in ogni modo ne sono convinti gli abitanti, e con loro i Comuni di Pontassieve, Pelago, Rufina e Poppi che sono attraversati dall’itinerario. Tant’è che da vent’anni operatori economici e associazioni di volontariato mantengono attività e servizi lungo il tracciato della Via di San Francesco, che da Firenze risale l’Arno fino a Pontassieve, prosegue verso la Consuma, scende nel Casentino e poi si eleva fino al Santuario della Verna dove, nel 1213 (80 anni prima che la chiesa vi fosse edificata) San Francesco si ritirò con alcuni suoi confratelli.
Ma la Regione Toscana, con un progetto sui “Cammini religiosi”, vorrebbe spingere i pellegrini, contro ogni verità storica, a seguire un altro itinerario. L’accusa viene da Irene Galletti, consigliera regionale M5S e vicepresidente della Commissione Sviluppo economico e cultura, che insieme al collega Andrea Quartini ha presentato un’interrogazione alla Giunta.
“Con una Via di San Francesco capace di attrarre turisti e pellegrini – dichiara la Galletti – che ti fa la Regione Toscana? Un progetto, che può contare anche su una dotazione di circa 20 milioni di euro, per i più generici “Cammini religiosi” che spinge i pellegrini ad andare lungo un altro itinerario che da Firenze si dirige verso Rignano sull’Arno e da qui sale verso Vallombrosa, sede dell’abbazia fondata nell’XI secolo dai monaci benedettini di San Giovanni Gualberto”.
Intanto la comunità della Consuma, preoccupata, ha costituito un comitato per far valere le sue ragioni e dimostrare oltre ogni dubbio quale sia la “vera” via di San Francesco. “In archivi e biblioteche le tracce francescane di quel percorso abbondano – sottolinea la Cinque Stelle – ma evidentemente non bastano, visto che la Regione ha dichiarato che ‘ad affermare che quella della Consuma è una Via di San Francesco sono dei privati. Non c’è alcuna certificazione pubblica, che è invece ciò di cui abbiamo bisogno’. Nella nostra interrogazione chiediamo alla Giunta se intenda confermare il tracciato storico della Via di San Francesco e su quali fonti si baserebbe l’ipotesi di un tracciato che escluda la Consuma”.
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