“Sarebbe una carneficina”, dichiara la Ong che lancia la campagna SOS LUPO e propone misure di prevenzione e indennizzo.
Non c’è pace per i lupi. Mentre gli allevatori toscani e le loro associazioni chiedono interventi drastici per contenere gli attacchi dei lupi, il WWF si oppone agli abbattimenti programmati chiesti dalla Regione Toscana. “Mentre la stragrande maggioranza delle Regioni – scrive la Ong in un comunicato – si è espressa contro questo punto la Regione Toscana, per bocca del suo assessore Remaschi, ha invocato nuovamente la deroga per poter abbattere un numero imprecisato di lupi, sarebbero ben 500 sui 600 stimati per la Toscana, secondo quanto auspicato dallo stesso assessore nella audizione della II commissione consiliare: una carneficina che andrebbe ad aggiungersi agli oltre 300 lupi che ogni anno vengono uccisi in Italia da bracconieri, bocconi avvelenati o investiti da auto”.
Il WWF ricorda che “i danni possono essere minimizzati con misure di prevenzione e indennizzo, che nel caso del lupo non sono soggette al regime de minimis per gli aiuti di stato, come da tempo indicato dall’Europa e che altre Regioni come l’Emilia-Romagna o i parchi abruzzesi sono riusciti da tempo a mettere in campo programmi efficaci per dotare gli allevatori di misure di prevenzione per minimizzare i danni”.
“Visto l’annuncio della Toscana, unica Regione a essersi espressa a favore degli abbattimenti legali, – conclude il WWF – diventa ancora più urgente una rapida approvazione del Piano in Conferenza Stato-Regioni con l’esclusione del capitolo sugli abbattimenti dal Piano di gestione del Lupo”.
In difesa dei lupi il WWF ha lanciato la campagna di raccolta fondi SOS LUPO/SOS Natura d’Italia, attraverso l’SMS solidale 45524, con varie azioni: sostegno ai Carabinieri Forestali e alle Guardie volontarie WWF per contrastare il bracconaggio attraverso l’acquisto di droni e visori infrarossi, potenziamento dell’attivazione degli sniffer-dog/cani antiveleno, aiuto agli allevatori per coprire i costi di mantenimento dei cani da guardiania, come il Maremmano Abruzzese. Perché la convivenza – sostengono – è sempre possibile.
Fonte: WWF Italia
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