A vent’anni dall’inaugurazione si aggiungono oltre 60 ettari di nuovi ambienti palustri. Un progetto unico in Italia con aree dedicate ad anatre, aironi, limicoli, trampolieri e martin pescatore.
CAMPI BISENZIO (Fi) – Sono passati 20 anni dall’inaugurazione nel 1998 della prima parte dell’Oasi, oggi chiamata nucleo storico di Focognano. Il Comune di Campi Bisenzio, il WWF e il Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno hanno inaugurato nei giorni scorsi oltre 60 ettari di nuovi ambienti palustri, un vero e proprio tesoro sia dal punto di vista naturalistico che di recupero dell’antico paesaggio. Il progetto, unico nel suo genere in Italia, ha preso origine dalla necessità di creare vaste aree di compensazione idraulica per la sicurezza del territorio. È così che, attraverso un’attenta opera di pianificazione dell’intera area centrale della pianura, è stato possibile concentrare presso Focognano un’ampia parte dei volumi necessari per la tutela dal rischio idraulico e, contemporaneamente, portare a compimento un’azione esemplare di rinaturalizzazione di tutta la zona, creando di nuovo gli ambienti palustri tipici dell’antica pianura.
Grazie a questo nuovo progetto, finanziato e curato dal punto di vista tecnico-operativo dal Comune di Campi Bisenzio e dal Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno, la proprietà comunale ha raggiunto quasi 100 ettari, estendendosi su un’area che in precedenza era dominata da un paesaggio agricolo uniforme, nel quale spuntavano tristemente qua e là strutture abusive come recinzioni, baracche, aree di stoccaggio di materiali edili.
Al centro della nuova area si colloca oggi l’enorme nuovo lago Prataccio, di oltre 17 ettari, dedicato alle anatre e agli aironi, mentre nella parte meridionale dell’Oasi è nato il Pantano di Maccione (vasta area acquitrinosa a prato umido) e il nuovo lago Osmannoro dedicato ai limicoli e trampolieri. Tutto intorno fanno da corona altre zone acquitrinose, prati umidi, zone boscate a macchia e filari di siepi.
La progettazione degli aspetti naturalistici, curata dal WWF, ha plasmato in ogni dettaglio i numerosi nuovi habitat acquatici e terrestri, scegliendo per ciascuno di essi determinate specie faunistiche e floristiche di riferimento (specie target). Sono state adottate anche nuove soluzioni tecniche per favorire specie con specifiche esigenze: in particolare due pareti artificiali per la nidificazione di specie che necessitano di ripe di terreno sabbioso, dove questi uccelli scavano lunghi tunnel al fondo dei quali allestiscono il proprio nido. Si tratta in particolare di un tipo di rondini (il topino, Riparia riparia). Allo stesso tempo queste pareti artificiali, costruite utilizzando vecchi scatolari di cemento recuperati dalla demolizione di alcuni ponti, faciliteranno la nidificazione anche per il bellissimo e coloratissimo martin pescatore.
Fonte: WWF Toscana
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