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Livorno senza pace, l’inceneritore Eni prende corpo e Legambiente sbotta

Bioraffinera Eni di Livorno, Toscana ambiente, legambiente.
L’ultima bozza del Piano nazionale di ripresa e resilienza destina quantità ingenti di risorse agli impianti Eni di Livorno. Legambiente: “Scandalo senza precedenti”.

 

di Marcello Bartoli

LIVORNO – Secondo l’ultima bozza del Piano nazionale di ripresa e resilienza, il programma di investimenti che l’Italia deve presentare alla Commissione europea nell’ambito del Next Generation EU, una parte delle risorse per lo sviluppo green e la transizione ecologica andrebbero destinate alla conversione della raffineria Eni di Stagno (Livorno) in una “bioraffineria” e in alcuni impianti per produrre HVO (Hydrotreated Vegetable Oil), idrogeno o metanolo, bio-olio, biometano e nuove plastiche.

Una scelta duramente contestata dalle associazioni ambientaliste, che accusano il Governo di aver scritto queste misure “sotto dettatura di ENI”. “La materia prima che dovrebbe diventare carburante “bio” – spiega Legambiente – è prevalentemente olio di palma del Sud est asiatico, la cui produzione causa la distruzione di milioni di ettari di foresta pluviale per consentire la coltivazione intensiva delle palme”.
La pubblicità sul “Green Diesel” è costata a Eni 5 milioni di sanzione da parte dell’Antitrust che l’ha definita ingannevole – ricorda Stefano Ciafani, presidente di Legambiente.  Il prodotto gasolio è per sua natura altamente inquinante e non può essere considerato green”.

“Una parte dei fondi sarà utilizzata per costruire un impianto integrato Waste to Methanol (WtM) che produrrà idrogeno o metanolo da impiegare come combustibile derivato da carbonio riciclato – continua Legambiente – funzionale a un impianto per la produzione di bio-olio e biometano. Altri fondi sono destinati alla costruzione di un impianto per produrre polimeri ottenuti da processi di pirolisi da utilizzare nella realizzazione di nuove plastiche. Bisogna ricordare che il metano è un gas serra e nulla cambia davvero se la fonte è fossile”.

Stagno è un Sito di Interesse Nazionale, come Taranto con l’Ilva, che andrebbe sottoposto a bonifica ambientale. “L’ultimo rapporto SENTIERI, studio epidemiologico promosso dal Ministero della Sanità – ha spiegato più volte ISDE Medici per l’Ambiente – conferma in questo sito una situazione già molto compromessa circa la salute dei residenti, eccessi di mortalità per tumore del polmone e di mesotelioma pleurico oltre la media regionale, di mortalità in età giovanile per tutti i tipi di tumore e di mortalità per cardiopatie ischemiche e patologie cerebrovascolari”. Un dato ancora più preoccupante, aggiunge l’associazione, “è la presenza di malformazioni congenite superiori alla media regionale del 43 per cento”.

Il 30 giugno poi è stata bocciata dal Consiglio regionale della Toscana la mozione di Toscana a Sinistra che chiedeva di annullare il protocollo fra Regione, Eni e Alia per il gassificatore di Livorno e di avviare la bonifica delle aree Sin/Sir.

Per Legambiente Livorno si tratta di uno “scandalo senza precedenti, M5S e PD si facciano sentire. I progetti non garantiscono nemmeno il mantenimento dei posti di lavoro. Meglio riconvertire utilizzando l’eolico e le altre fonti rinnovabili, che produrranno nei prossimi anni centinaia di migliaia di posti di lavoro. Il mega-inceneritore di plastiche contraddice tutti i concetti di economia circolare e vero riciclo. Il piano sembra scritto sotto dettatura di Eni e non c’è stata la promessa partecipazione delle comunità locali, a partire dai sindaci di Livorno e Collesalvetti”.

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