La Regione ha comunicato che l’inceneritore Picchianti rimarrà in funzione fino al 2026/2027. Quali i possibili sviluppi per gli impianti toscani?
di Marcello Bartoli
28 febbraio 2023
LIVORNO – La chiusura o meno dell’inceneritore Picchianti si inserisce indubbiamente in un quadro più ampio di gestione dei rifiuti a livello regionale. Si intrecciano iniziative istituzionali e strategie economiche a diversi livelli: Programma nazionale Gestione Rifiuti, Strategia nazionale per l’economia circolare, Piano regionale, Piani industriali per le Ato della Toscana.
E’ una fase di transizione difficile quella che stiamo attraversando. Sul fronte istituzionale latita ancora un Piano regionale dei rifiuti che stimoli l’aumento della raccolta differenziata, che incrementi il riciclo di materia e punti alla riduzione degli scarti anche trasformando gli impianti di trattamento in vere e proprie fabbriche dei materiali.
Per il Movimento Rifiuti Zero “la Regione Toscana punta invece con ostinazione a “nuovi” impianti basati sulla gassificazione dei rifiuti attraverso sistemi tecnologici rigidi o impianti di combustione dei residui senza considerare le possibili sinergie tra imprese per il riutilizzo dei materiali”. Zero Waste non ritiene dunque che ci siano posizioni decise della Regione per l’uscita dalle logiche dell’incenerimento e delle discariche.
Nel frattempo la Regione ha comunicato formalmente al coordinamento provinciale Rifiuti Zero Livorno che l’inceneritore Aamps in località Picchianti rimarrà in funzione fino al 2026/2027. La comunicazione arriva in risposta alle osservazioni sul procedimento penale di proroga dell’attività dell’impianto fissata al 30 ottobre 2023 avanzata dal coordinamento.
L’inceneritore di Livorno è vecchio di 50 anni, nel 2022 è rimasto fermo 4 mesi per guasti, emette oltre 400 milioni di metri cubi di fumi inquinanti ogni anno e, stando a chi lo gestisce, ha accumulato oltre 17 milioni di perdite negli ultimi 7 anni. Continuano intanto i botta e risposta sulla stampa locale tra il sindaco Luca Salvetti, Aamps e i comitati circa l’opportunità e i tempi necessari per la sua chiusura.
Livorno sembra dunque ripensare la decisione di dismettere l’inceneritore entro il 2023 e mentre a Peccioli si propone un impianto (ossidoriduttore), Alia di Firenze insieme a Eni stanno proponendo tre impianti “waste to methanol” come quello progettato a Empoli. Per contrastare questi progetti Zero Waste Italy e Europe hanno lanciato una nuova campagna nazionale che dal 6 al 16 marzo toccherà Livorno, Empoli, Peccioli e altre località in compagnia di Paul Connett.
Sembra lecito chiedersi a questo punto cosa succederà se la maggior parte degli inceneritori e delle discariche toscani saranno dismessi e se anche i progetti di gassificazione non andranno a buon fine. L’auspicio è che possano nascere filiere di riciclo e vere e proprie fabbriche dei materiali. In un passaggio della relazione sull’esercizio 2021 del direttore generale dell’Ato Toscana Sud Paolo Diprima si ventilava l’ipotesi che nel 2026 potessero essere realizzati degli ampliamenti degli inceneritori di Poggibonsi (Siena) e di San Zeno ad Arezzo.
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