Programmati meravigliosamente per assicurare continuità alla specie, i semi sono il materiale vegetale più scambiato al mondo.
di Dario Boldrini
L’intelligenza è l’attitudine a distinguere e saper scegliere, la facoltà e l’atto di comprendere. E chi meglio della Natura sa esprimerla al massimo del suo significato? Un seme, ad esempio, rappresenta il risultato di intelligenti selezioni ad opera di comunità agricole vissute nel corso dei secoli ma anche l’intelligenza stessa della Terra. Le uniche leggi biologiche ed ecologiche del seme attingono dalle leggi universali della natura e dall’evoluzione in base all’adattamento, la resilienza, la diversità.
Nonostante la direzione della scienza e della giurisprudenza legata ai semi sia contraria alle preziose e sapienti pratiche di selezione e condivisione delle sementi, è in continua crescita la sensibilità verso un’agricoltura legata a sistemi ecologici a partire da loro, i semi, questi sconosciuti.
Alcuni sono dotati di attributi per volare nel vento, altri sanno mettere in atto trucchi intelligenti per carpire un “passaggio” al pelo di animali o ai nostri abiti: tutti i semi sono programmati meravigliosamente per assicurare continuità alla specie. Nei loro meccanismi evolutivi hanno messo in atto complessi sistemi per avere maggiori possibilità di germinare. Piccolissimi come quelli del basilico o di molte erbacee, cartacei come dei paracadute quelli della Jacaranda mimosifoglia o della Scabiosa gramuntia, armati di uncini quelli della bardana, leggeri e a ombrello quelli del tarassaco oppure sottili e acuminati come piccole lance pronte a fendere il terreno.
I semi, così tanto importanti per la loro funzione riproduttiva e di conservazione della specie, sono altrettanto importanti per la loro forma, dimensione, colore, lucentezza. Alcuni di loro cadendo a terra si mimetizzano evitando così temibili divoratori, altri al contrario hanno bisogno di attirare l’attenzione di chi li porterà lontano nutrendosene.
Anche se spesso li diamo per scontati o non sembrano così attrattivi per noi umani, i semi sono di fatto il primo materiale vegetale più scambiato al mondo! Grazie alla loro facile conservabilità (contengono solo il 5/10% di acqua contro l’80% e oltre dei normali tessuti viventi) rappresentano le “monete” preziose di numerosi scrigni di collezionisti e appassionati da ogni parte del mondo, oltre che degli orti botanici.
Questo è ciò che l’ambiente ci chiama a fare, un imperativo ecologico e democratico per il futuro a lungo termine del pianeta e dei suoi abitanti: raccogliere, scambiare, seminare. Avanti agli agricoltori, i custodi di sementi, i giardinieri di tutto il pianeta verso il dono e lo scambio libero di qualsiasi varietà di semi, ai quali è rilasciata la massima sovranità di dominio pubblico. La diversità biologica, agricola e genetica è essenziale per la sicurezza e la salubrità alimentare e perciò dobbiamo consentire l’evoluzione e la diffusione di semi sviluppati e selezionati da centinaia di generazioni. Il momento è adesso, ogni giorno. Possiamo nutrire il mondo iniziando dai semi delle nostre tasche. Perché in fondo ogni foresta, ogni giardino, ogni orto di questo pianeta inizia da un seme.
Dario Boldrini è nato e vive a Montespertoli (Fi). Dopo 12 anni di lavoro in uno studio di Architettura del Paesaggio di Firenze (ha progettato alcuni dei primi orti urbani) ha scelto di vivere nel podere di famiglia San Ripoli dove ha fondato l’associazione Seminaria. Un progetto che spazia dalla creazione di orti e giardini ai laboratori di orticoltura per bambini e adulti, dalle spirali di erbe aromatiche ai seminari di orti creativi.
Appassionato divulgatore, ha realizzato centinaia di servizi per il programma GEO di RAI 3 in giro per l’Italia. Il suo progetto della Terza Piazza a Firenze (Coop di piazza Leopodo) è diventato un modello di aggregazione sociale.
“Giardiniere planetario” è una qualifica ereditata da Gilles Clèment, agronomo e paesaggista francese.
www.darioboldrini.net
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