L’Unione Europea si è data una serie di obiettivi di lungo periodo. Vedremo. Nel frattempo potremmo partire dalle cose più semplici e fattibili.
di Sandro Angiolini
24 Luglio 2022
La settimana che si chiude non è stata propriamente incoraggiante per l’ambiente. Tra una guerra ancora in piena evoluzione (nonostante un accordo per l’export di grano annunciato), l’ennesima crisi di Governo che rischia di favorire di fatto formazioni che all’ambiente non hanno mai dedicato particolare attenzione, incendi che divampano sempre più spesso e una siccità che non smette di colpire uomini, piante e animali, non c’è molto da stare allegri.
Ma essendo una persona che tende ad assumere un atteggiamento “contrario” alla situazione generale dominante provo a individuare qualche ragione per essere un minimo positivi. Vediamone tre:
1) sul sito dell’Agenzia europea per l’Ambiente è apparso un articolo che fa il punto sul Piano europeo denominato “Inquinamento Zero”. Basato sul principio “prevenire è meglio che curare”, il piano consiste in una serie di obbiettivi di lungo periodo (da qui al 2050), tra cui: migliorare la qualità dell’aria per ridurre del 55% il numero di morti premature causate dall’inquinamento atmosferico; -migliorare la qualità dell’acqua diminuendo i rifiuti, la plastica in mare (del 50%) e le microplastiche rilasciate nell’ambiente (del 30%);-migliorare la qualità del suolo riducendo del 50% le perdite di nutrienti e l’uso di pesticidi chimici; -ridurre del 25% gli ecosistemi dell’UE in cui l’inquinamento atmosferico minaccia la biodiversità; -ridurre del 30% la percentuale di persone che soffrono di disturbi cronici dovuti al rumore dei trasporti; – ridurre in modo significativo la produzione di rifiuti e del 50% i rifiuti urbani residui.
Cosa ne penso? È bene fissare degli obbiettivi misurabili a cui le singole scelte politiche devono in qualche modo adeguarsi, ma nella sostanza mi sembra che nessuno voglia cambiare il modello di produzione e di consumo tuttora dominante, impostato sullo sfruttamento delle risorse naturali e delle categorie sociali più deboli, sul consumismo incontrollato e sullo spreco. Vedremo cosa ne viene fuori;
2) uno che invece ha le idee chiare è il professor Stefano Mancuso, che ha tenuto pochi giorni fa una delle sue conferenze/monologo teatrale all’interno di una famosa certosa del Senese. Mancuso dice una cosa semplice e fondamentale: le piante sono in grado di aiutarci a risolvere una vasta serie di problemi, non solo ambientali: quindi occorre piantarne il più possibile (fra l’altro costa anche poco, aggiungo io). Altrimenti la nostra auto-distruzione come specie umana è certa. Non è esattamente un messaggio ottimistico, ma ne evidenzio la radice positiva: piantare alberi è fattibile, economico, compatibile con varie finalità e ottiene risultati importanti per l’ambiente in tempi relativamente brevi. Non chiedetemi perché i nostri amministratori non si diano maggiormente da fare in questa direzione.
3) infine una segnalazione di colore: sempre sul sito dell’Agenzia europea per l’Ambiente a questo link potete trovare da alcuni giorni il bando rivolto a fotografi e fotoamatori per partecipare a un concorso per le migliori foto che immortalano l’ambiente. C’è tempo fino al prossimo 1° ottobre.
OLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.
Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.
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