La moderna botanica altro non è che un approfondimento di intuizioni da lui osservate più di cinque secoli fa.
di Dario Boldrini
L’autunno di un anno importante come questo, dal punto di vista culturale, è arrivato portandoci una nuova occasione per avvicinarci alla natura. 500 anni fa nasceva il genio fiorentino conosciuto in ogni parte del mondo, Leonardo da Vinci. Dal 15 settembre al 15 dicembre al Museo di Santa Maria Novella a Firenze sarà possibile visitare la mostra La Botanica di Leonardo.
La scienza è finalmente attenta a fenomeni fino a oggi considerati superflui o misteriosi con cui gli elementi della natura comunicano con noi. Pietre, alberi, piante, semi, sono sempre di più al centro di studi e progetti che altro non sono che un approfondimento di intuizioni osservate dal Genio più di cinque secoli fa. Se questa simbiosi fra noi e le piante è così densa di illuminazioni e scoperte, cosa aspettiamo ad avvicinarci un po’ di più tutti quanti?
Leonardo lo sapeva bene quanto c’è da imparare dalle forme e manifestazioni della natura, infatti i suoi taccuini riportano non soltanto i disegni di tavole botaniche aderenti alla realtà ma anche le osservazioni legate alle strutture del mondo vegetale, sempre con fine pensiero scientifico e acuta curiosità. Nei suoi parallelismi tra forme di natura vegetale e forme umane, ad esempio fra le chiome degli alberi e i polmoni del nostro corpo, tra la forma di una noce e il nostro cervello o le spirali come schemi universali di creazione, ha letteralmente anticipato quello che oggi ammiriamo con stupore.
La teoria botanica di Leonardo anticipa di alcuni secoli temi importanti come la morfologia e la fisiologia delle piante, introdotte solo dal XVII secolo con gli studi di J. W. Goethe prima e gli avanzamenti della chimica del XVIII secolo poi. Precursore delle principali branche della botanica, Leonardo da Vinci è stato anche il primo uomo al mondo a riconoscere la corrispondenza fra gli anelli di sezione di un tronco di un albero e la sua età, il sistema linfatico all’interno dei rami degli alberi, l’impulso del sole e dell’acqua sullo sviluppo della massa vegetale.
Nei suoi dipinti, inoltre, non ha mai rappresentato piante al di fuori dal loro habitat proprio per sintetizzare al meglio la scienza con l’arte; le piante e gli alberi dei suoi paesaggi erano quelli che nel periodo esatto dell’esecuzione dell’opera si trovavano nelle campagne. Azioni di consapevolezza ecologica che dimostrano il suo profondo rispetto per la botanica in ogni stagione.
Per conoscere i fenomeni naturali e trarre gli insegnamenti più alti oggi possiamo sforzarci di rallentare i ritmi veloci delle nostre giornate per avvicinarci con stupore e meraviglia alle verità di cui la natura è custode. Sono gli occhi gli strumenti migliori per immergersi in un linguaggio nuovo, perfettamente interconnesso al cosmo, quello delle piante. E non servirà parlare di specie autoctone, pioniere o endemiche , perché la scienza delle forme viventi è planetaria.
E da questa visione aperta di unione fra gli esseri viventi Leonardo ci ricorda i concetti di ecologia profonda, che ci vedono inseriti nell’intera comunità della vita nella biosfera. Un grande giardino planetario in cui regna la complessità e l’abbondanza della natura, la diversità di ogni essere vivente.
Dario Boldrini è nato e vive a Montespertoli (Fi). Dopo 12 anni di lavoro in uno studio di Architettura del Paesaggio di Firenze (ha progettato alcuni dei primi orti urbani) ha scelto di vivere nel podere di famiglia San Ripoli dove ha fondato l’associazione Seminaria. Un progetto che spazia dalla creazione di orti e giardini ai laboratori di orticoltura per bambini e adulti, dalle spirali di erbe aromatiche ai seminari di orti creativi.
Appassionato divulgatore, ha realizzato centinaia di servizi per il programma GEO di RAI 3 in giro per l’Italia. Il suo progetto della Terza Piazza a Firenze (Coop di piazza Leopodo) è diventato un modello di aggregazione sociale.
“Giardiniere planetario” è una qualifica ereditata da Gilles Clèment, agronomo e paesaggista francese.
www.darioboldrini.net
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