Un episodio che testimonia l’arretratezza culturale della nostra classe politica. Ora la legge, approvata con quest’amputazione, dovrà tornare al Senato.
di Alberto Bencistà, presidente di ToscanaBio per la Sostenibilità e Federbio Toscana
Mercoledì 9 febbraio alla Camera dei Deputati era iscritta all’Ordine del giorno l’approvazione definitiva della legge n. 988 sullo sviluppo dell’agricoltura biologica dopo ben 13 anni di attesa e 3 legislature passate dalla prima proposta.
Una legge fondamentale per supportare la transizione ecologica dell’agricoltura italiana che introduce elementi strategici come il marchio biologico “Made in Italy”, i distretti biologici e il Piano nazionale per lo sviluppo del biologico italiano. Il settore conta già 80 mila operatori e oltre 2 milioni di ettari di superficie agricola coltivata, facendo dell’Italia il primo Paese in Europa nell’esportazione di prodotti bio.
In aula però è passato un emendamento, proposto dal deputato di +Europa Riccardo Magi, che proponeva lo stralcio del termine “agricoltura biodinamica”. E quindi la legge, approvata con questa amputazione, ora dovrà di nuovo tornare al Senato.
Una vicenda politicamente pesantissima in senso negativo, un episodio che testimonia l’arretratezza culturale della classe politica italiana e che potrebbe provocare danni economici consistenti ad aziende agricole, come quelle biodinamiche, apprezzate in tutta Europa e in gran parte del mondo.
Tutto questo succede in Italia mentre l’Europa lancia il New Green Deal e Farm to Fork, ovvero una nuova strategia per un’agricoltura sostenibile, mentre discutiamo l’applicazione della nuova PAC che, comunque la si valuti, obbliga il mondo agricolo e le istituzioni a fare i conti con le conseguenze ambientali delle attività agroalimentari proponendo nuovi strumenti quali gli ecoschemi e premialità per l’agricoltura biologica e il ricambio generazionale.
Riflettendo su questa nuova e indesiderata situazione sorgono due domande: perché, e che fare adesso?
Per rispondere alla prima bisogna ricordare che l’offensiva contro l’agricoltura biodinamica è partita dalla senatrice a vita Elena Cattaneo con una campagna terroristica mirata a screditare in realtà tutta l’agricoltura biologica, seguita da una parte del mondo accademico e scientifico come, tanto per fare un esempio, l’Accademia dei Georgofili, e purtroppo dal fisico Giorgio Parisi che ha avuto un ruolo fondamentale nel convincere il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a intervenire a sua volta pesantemente contro la legge.
Penso che tutto questo possa apparire normale a quei politici italiani che vorrebbero risolvere i problemi energetici con il nucleare o la questione dei collegamenti con la Sicilia con il ponte di Messina e blaterano di futuro dell’agricoltura fondato su nuove forme di OGM.
A me non sembra normale e per questo condivido quanto dichiarato da Maria Grazia Mammuccini, presidente di Federbio: “Contiamo adesso di avere una corsia privilegiata al Senato per una veloce approvazione. (…) Ci sembra comunque paradossale che il giorno dopo l’inserimento in Costituzione di riferimenti alla tutela dell’ambiente e della biodiversità si cerchi di umiliare un metodo produttivo basato sul totale rispetto della natura”.
Alberto Bencistà è stato sindaco di Greve in Chianti, assessore della Regione Toscana all’Agricoltura e Foreste, presidente Diritto allo Studio Universitario. Fondatore e presidente del biodistretto di Greve in Chianti (2012), primo biodistretto della Toscana, è attualmente presidente di ToscanaBio per la Sostenibilità e Federbio Toscana.
Esiste uno (1?) studio scientifico a sostegno dell’agricoltura biodinamica? Così per capire cosa significa politica arretrata….