Ferruzza e Cecchini: “Inutile parlare di riconversione ecologica e Acquisti Verdi se poi alla prima prova effettiva si fa marcia indietro per mancanza di coraggio”.
di Iacopo Ricci
“È inutile parlare di Criteri Ambientali Minimi negli appalti e di Green Public Procurement se poi alla prima prova effettiva si retrocede per mancanza di coraggio!”.
Legambiente Toscana, per voce del suo presidente Fausto Ferruzza e della responsabile Economia Circolare Maria Rita Cecchini, entra a gamba tesa nel coro di proteste suscitato dalla recente decisione del Governo di impugnare la legge della Regione Toscana sulla filiera corta nelle mense scolastiche (leggi qui l’articolo).
Si tratta della legge regionale numero 75 del 10 dicembre 2019 con la quale si incentiva l’introduzione dei prodotti “a chilometro zero” nella mense di tutte le scuole, a partire dagli asili nido fino alle superiori. L’impugnazione è stata decisa perché nel testo della legge alcune norme che riguardano l’aggiudicazione degli appalti per la ristorazione scolastica violano l’articolo 117 della Costituzione, sia sotto il profilo della restrizione alla libera circolazione delle merci, sia sotto quello della restrizione della concorrenza.
La legge è stata approvata all’unanimità dal Consiglio regionale e stanzia un milione di euro, spalmati nel biennio 2020-2021, per i progetti che prevedono l’uso di almeno il 50% di prodotti a chilometro zero nella preparazione dei pasti. I fondi sono destinati ai ‘progetti pilota’ presentati dai Comuni.
“La decisione del Governo, tutta burocratica e in punta di diritto, ci pare sinceramente assurda e incomprensibile – dichiarano all’unisono Fausto Ferruzza e Maria Rita Cecchini – anche perché contraddice tutta una serie di determinazioni (anche governative) che vanno finalmente nella giusta direzione della riconversione ecologica della pubblica amministrazione”.
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