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Legambiente: aeroporto e TAV opere inutili per una Toscana più verde

Piano nazionale di ripresa e resilienza, Toscana Legambiente verde ambiente.

Le proposte del Cigno Verde per il Piano nazionale di ripresa e resilienza: “Serve decongestionare il traffico ma no a progetti nati vecchi o sbagliati”.

 

Anche la Toscana può diventare più verde, più vivibile, innovativa e inclusiva se saprà utilizzare al meglio le opportunità e le risorse che l’Europa ha messo a disposizione dell’Italia con il Next Generation EU. Ne è convinta Legambiente che, nel giorno in cui viene audita in Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, per dare una scossa alla recente discussione poco centrata sui contenuti presenta il suo Recovery Plan, frutto di un dialogo durato 5 mesi con istituzioni, imprese, associazioni, sindacati e di una scrittura collettiva e condivisa.

I PROGETTI DA FINANZIARE PER LEGAMBIENTE 

Completamento della rete metro-ferro-tramviaria della Piana. Per realizzare il Parco Agricolo della Piana, tra Firenze e Prato, si deve rivoluzionare il sistema dei trasporti nell’area più congestionata e inquinata della Regione. Pertanto, è necessario completare la rete tramviaria tra Firenze, il polo scientifico di Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio e Prato. Occorre anche riqualificare il reticolo ferroviario metropolitano nell’area vasta (Faentina inclusa), affinché il trasporto pubblico locale su ferro nella Piana, dopo la pandemia, possa davvero fondarsi su una rinnovata e robusta offerta di superficie.

Raddoppio della ferrovia e del valico pontremolese. Il collegamento ferroviario Spezia – Pontremoli – Parma – Verona – Brennero rappresenta un asse cruciale per lo sviluppo del comprensorio apuano e, più in generale, di tutto l’Alto Tirreno. Raddoppiare il valico e rendere tecnologicamente avanzato il sedime di questa ferrovia significa agganciare le province di Massa Carrara e La Spezia all’Europa. Si otterrebbe così il decongestionamento del traffico merci su gomma, oggi tutto concentrato sull’autostrada E31 della Cisa e un altrettanto vigoroso rilancio turistico della Lunigiana, tra le aree interne attualmente più in difficoltà della Toscana.

Ferrovia Tirrenica. Potenziare la Ferrovia Tirrenica significa portare efficienza e rapidità nei trasporti lungo il Corridoio Tirrenico per dare una reale alternativa alla soluzione su gomma e decongestionare l’asse TAV Roma/ Arezzo/Firenze. Integrata con il cabotaggio marittimo darebbe rilancio economico della costa toscana, l’area che ha sofferto di più.

Istituzione del Parco Nazionale del Bacino del Magra. Il fiume Magra, col suo bacino idrografico, ha sempre caratterizzato l’identità ecologica, sociale ed economica di un territorio a cavallo tra Toscana e Liguria. Una separazione amministrativa che ha portato con sé strumenti e modelli di gestione del territorio molto diversi. Questo bacino svolge, inoltre, un ruolo cruciale di cerniera e corridoio ecologico tra habitat d’importanza internazionale già annoverati tra le aree protette dell’Appennino tosco-ligure-emiliano, quali: il Parco Nazionale delle Cinque Terre; il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano e il Parco Regionale delle Alpi Apuane, Global Geopark Unesco. È tempo di superare frammentarietà e lentezze con l’istituzione e il finanziamento del Parco Nazionale del Magra, fondamentale infrastruttura verde al servizio del territorio apuano.

I PROGETTI DA NON FINANZIARE O NON REALIZZARE

Nuovo aeroporto di Firenze. La sentenza del Consiglio di Stato, pubblicata il 13 febbraio 2020, ha demolito il ricorso presentato da Toscana Aeroporti contro l’analoga decisione del TAR Toscana e messo una pietra tombale sulla nuova pista parallela alla A11. Basta però leggere le rassegne stampa degli ultimi mesi per capire che un’ampia fetta della classe dirigente regionale non si è ancora arresa all’evidenza. Occorre quindi vigilare affinché i fondi di Next Generation EU non finiscano per alimentare anche solo virtualmente la riproposizione di questa grande opera, sbagliata nel metodo e nel merito, vista anche la vicinanza dell’aeroporto internazionale di Pisa.

Sottoattraversamento TAV di Firenze. A distanza di 25 anni dall’inizio della vicenda TAV, sembra stia ripartendo il finanziamento degli studi di progettazione e delle imprese di costruzioni, come se gli sprechi perpetrati ai danni dell’erario non fossero mai avvenuti. La politica toscana e la gran parte del sistema confindustriale non si rendono conto che insistere su un progetto nato vecchio è un errore di prospettiva madornale. Invece, in pochi mesi e con risorse assai inferiori, si potrebbero aggiungere due binari di superficie (per l’AV), potenziando al contempo gli hub del trasporto ferroviario regionale, per dare finalmente il via a un servizio suburbano e metropolitano.

Fonte: Legambiente