Ecosistema

Le tartarughe marine scelgono l’ex isola carcere di Pianosa, secondo nido in pochi giorni

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Foto di Francesco Lemma, fotografo naturalista

Fino a quest’anno non si era mai avuto notizia di nidificazioni sull’isola. Sammuri: “Potrebbe presto diventare il sito preferito da questa specie”.

 

di Iacopo Ricci
22 giugno 2024

Foto di Francesco Lemma
Foto di Francesco Lemma

ISOLA DI PIANOSA (Li) – Il miracolo si è ripetuto. Nel giro di pochi giorni un secondo nido di Caretta caretta è stato rilevato nella superprotetta isola di Pianosa, nell’Arcipelago toscano. E come la volta scorsa mamma tartaruga ha scelto la spiaggia di Cala Giovanna, a ridosso del muro Dalla Chiesa che separava l’abitato dal carcere di massima sicurezza per mafiosi e brigatisti rossi, per deporre le sue preziose uova.

Finora non si era mai avuta notizia di nidificazioni sull’ex isola carcere; e adesso due deposizioni a distanza di una settimana una dall’altra. Infatti, dopo la prima nidificazione avvenuta il 13 giugno (leggi qui l’articolo), nel pomeriggio di giovedì 20 una grossa tartaruga marina è emersa dal limpidissimo mare protetto di Pianosa per fare quello che sembrava un sopralluogo sulla spiaggia, poi è ritornata tranquillamente in mare.

La cosa ha messo in allerta i volontari di Legambiente e dell’Associazione per la difesa dell’Isola di Pianosa ed è toccato alla guida parco Tatiana Segnini, che partecipa fin dal 2017 al progetto tartarughe di Legambiente e Parco Nazionale Arcipelago Toscano, trovare la tartaruga intorno alle 23,30 sulla spiaggia di Cala Giovanna mentre dava gli ultimi faticosi ritocchi per camuffare quello che sembrava un nido appena fatto nella sabbia finissima.
Tatiana ha subito avvertito i Carabinieri forestali del Parco Nazionale di stanza a Pianosa che hanno provveduto a scattare alcune foto e a mettere in sicurezza l’area, in attesa di una verifica della deposizione da parte degli esperti autorizzati.

L’isola di Pianosa è stata sede fino al 1997 di un carcere di massima sicurezza e questo l’ha resa praticamente inaccessibile. Con la dismissione del carcere l’isola è passata alla gestione dell’Ente Parco che ha organizzato una fruizione contingentata per conservarne la biodiversità; ciò ha permesso di mantenere inalterato gran parte del suo patrimonio naturale. Una strategia di conservazione che le tartarughe marine, sempre in cerca di posti tranquilli, adesso stanno premiando.

«Quest’isola, già nota per la sua straordinaria biodiversità e bellezza, potrebbe ben presto diventare il sito preferito da questa specie di tartaruga marina che può vivere fino a 50-60 anni e percorre migliaia di chilometri durante le sue migrazioni – ha commentato il presidente del Parco Nazionale Arcipelago Toscano Giampiero SammuriLa popolazione di Caretta caretta è oggi meno a rischio grazie all’impegno dei volontari, ai centri di recupero e alle misure di conservazione attuate nel corso degli anni, come la protezione delle spiagge di nidificazione e la riduzione delle catture accidentali. E’ un segnale positivo per la biodiversità del Mediterraneo e per gli sforzi di conservazione a livello globale».

Foto di Francesco Lemma
Foto di Francesco Lemma

 

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