Non condanniamoci a ripetere gli errori del passato e magari, lungo il cammino, fermiamoci sotto la chioma di un albero a respirare la vita.
di Dario Boldrini
Ne è trascorsa di storia dai tempi in cui Apollo uccise il serpente e San Giorgio il drago, eppure ancora oggi l’atteggiamento “materialistico” che ambisce a dominare il mondo naturale non è soltanto un lascito dei miti del passato.
Dall’antichità però ci è giunta anche un’altra visione che si interessa agli aspetti vitali e spirituali della natura, al divino che sta negli esseri elementari, al celebrare e rispettare tutti i viventi. L’esperienza diretta dei popoli antichi con il mondo naturale, da cui essi traevano nutrimento, cure, riparo e risorse ha educato l’uomo al valore ecologico dell’ambiente e ha dato origine a pratiche di celebrazione intrise di tutta la magia di cui la natura è custode.
Nel tempo lo sforzo dell’uomo si è diretto ad acquisire nuove conoscenze per trovare un ordine, una struttura e un senso nell’apparente disordine naturale in cui era ospitato. Prima Socrate e poi Aristotele rifiutano la visione “magica”, preferendo indagare su un mondo naturale basato su concetti di logica e bellezza, governato dall’idea del bene.
Nel Medioevo, poi, le teorie filosofiche e teologiche parlano di una natura creata da Dio al servizio dell’uomo e indipendente da quest’ultimo, creando con ciò le basi di una progressiva alienazione dell’uomo dal mondo naturale. È con il Rinascimento che viene riconsiderata la posizione dell’uomo rispetto alla natura e a Dio e la visione occidentale del mondo ne esce profondamente modificata. La Natura, non più vista con timore e soggezione, diventa oggetto di studi, ricerche, esperimenti basati sulle nuove scienze chimiche, fisiche, anatomiche, matematiche…
Nasce così la visione materialistica di una natura organizzata secondo una serie di fenomeni separati, i cui legami e la cui coerenza diventano l’oggetto di studio di tutti gli scienziati. L’investigazione scientifica però trascura quasi completamente le fondamentali necessità della psiche umana, come l’antico bisogno di percepire la forza vitale e il potere misterioso della natura e di trovare un proprio posto in essa.
Nel XIX secolo, forte di nuove rivoluzionarie tecnologie, l’uomo si è preoccupato di costruire la sua potenza industriale dominando e conquistando la natura. Ovunque arrivi, la cosiddetta “civiltà” sottrae terra e armonia come un predatore che annienta il suo stesso legame spirituale con il luogo in cui è nato.
E’ ancora viva e devastante l’azione distruttiva dell’uomo sulla Terra ma oggi la coscienza collettiva si è elevata e, dopo aver toccato il fondo con avidità, l’uomo torna a considerare la natura come un insieme indivisibile, fatto di relazioni interconnesse, in un processo cosmico in continua trasformazione, fornendo nuovi modelli di avanzate teorie scientifiche ma anche di stili di vita sensibili all’ambiente. Il desiderio di ritrovare il proprio posto nell’ambiente naturale si lega alla ricerca di un nuovo stato di benessere, equilibrio, salute, fino a contaminare anche ambiti politici in cui, in rare e preziose realtà, si pone attenzione alla tutela e al rispetto della natura e alle nuove economie circolari.
Resta ancora molto da fare però, in una società consumistica come la nostra che ci porta spesso a dimenticare che è la natura la vera fonte di vita sulla Terra e la sola a donarci tutto ciò che può darci benessere, bellezza, armonia. Soltanto l’indignazione delle nuove generazioni, le tragedie ambientali, le statistiche a breve termine sul futuro che ci aspetta riusciranno ad allentare la nostra presa sul pianeta.
Conosciamo la nostra storia, non condanniamoci a ripeterla e magari, lungo il cammino, fermiamoci sotto la chioma di un albero a respirare la vita. Quell’albero, insieme a tutti gli altri nel mondo, con la sua presenza ci ricorda che il mistero dell’esistenza è al di là dell’umana comprensione e per arrivare a svelarlo occorre in primo luogo rispettare la vita.
Dario Boldrini è nato e vive a Montespertoli (Fi). Dopo 12 anni di lavoro in uno studio di Architettura del Paesaggio di Firenze (ha progettato alcuni dei primi orti urbani) ha scelto di vivere nel podere di famiglia San Ripoli dove ha fondato l’associazione Seminaria. Un progetto che spazia dalla creazione di orti e giardini ai laboratori di orticoltura per bambini e adulti, dalle spirali di erbe aromatiche ai seminari di orti creativi.
Appassionato divulgatore, ha realizzato centinaia di servizi per il programma GEO di RAI 3 in giro per l’Italia. Il suo progetto della Terza Piazza a Firenze (Coop di piazza Leopodo) è diventato un modello di aggregazione sociale.
“Giardiniere planetario” è una qualifica ereditata da Gilles Clèment, agronomo e paesaggista francese.
www.darioboldrini.net
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