Presentata l’informativa della Giunta sul Piano regionale di tutela dall’amianto. Parecchi siti sono già stati bonificati ma molto resta ancora da fare.
In Italia l’amianto (produzione, vendita e uso) è vietato dal 1992. Il basso costo e la resistenza alla degradazione e al calore ne hanno favorito il successo commerciale e l’applicazione industriale e civile, l’edilizia ne ha sfruttato le proprietà di buon isolante termico e acustico. Purtroppo le fibre di amianto liberate nell’aria possono causare tumori del polmone e mesoteliomi.
In Toscana però, stando al quadro conoscitivo ancora in costruzione e ai dati della mappatura 2007-2013, la presenza di amianto negli edifici pubblici e privati non sembra registrare situazioni di pericolo grave. I materiali contenenti amianto sono abbastanza diffusi ma la classe di pericolosità non è alta. È quanto emerge dall’informativa della Giunta sul Piano regionale di tutela dall’amianto resa in sede di commissione Ambiente del Consiglio presieduta da Stefano Baccelli (Pd).
Il documento, previsto all’articolo 2 della legge 51/2013, contiene obiettivi e linee di azioni da intraprendere. Secondo i dati riportati nell’informativa e resi nel corso della seduta di giovedì 18 giugno la mappatura del 2007, parzialmente aggiornata nel 2013 da Arpat in collaborazione con le aziende sanitarie, dimostra un situazione in “rapida evoluzione”. In sei anni molti siti sono già stati bonificati. Gli edifici pubblici con presenza di amianto (fonte relazione Arpat 2013) sono passati da 1145 a 1061.
Per le coperture di edifici privati, industriali e civili, rilevati con il contributo del Consorzio Lamma, si è preso in esame un campione di 897 mila ettari in cui circa il 18 per cento risultano coperture a ondulina (164.01 ha). La stima estesa alle coperture superiori a 400 mq di tutta la regione indica che 1.544 ettari su 8.000 sono coperti da onduline.
La provincia con il numero maggiore di ettari coperti con ondulina è Firenze con 373 ettari (24 per cento), seguono Arezzo (13), Pisa (13) e Siena (10). La provincia con la minore superficie a ondulina risulta Massa (4 per cento).
Per monitorare la situazione in tempo reale la Giunta pensa al superamento del concetto di mappatura a “fotografia istantanea” in favore di un data base delle situazioni con presenza di amianto (edifici, impianti industriali, cave) aggiornabile in tempo reale da sviluppare in stretta sinergia con enti locali, Arpat e aziende sanitarie.
Nel Piano si richiamano anche gli incentivi per sostituire le coperture con pannelli fotovoltaici e parallelamente si individuano linee di indirizzo per i luoghi di lavoro e per tutela degli operatori.
Il documento, sul tema dell’amianto naturale, lavora in stretto raccordo con il Piano cave, in particolare dovrebbe essere avviato un progetto speciale con Arpat e aziende sanitarie per monitorare le situazioni più pericolose anche prevedendo “dismissioni di siti”. Su quest’ultimo aspetto il documento non fa previsioni rimandando all’aggiornamento del Piano rifiuti.
Durante il dibattito il vicepresidente della commissione Ambiente Giacomo Giannarelli (M5S) ha chiesto i dati delle coperture dei tetti nelle abitazioni private. A livello statistico, si è appreso, si registrano circa 12.000 ettari di coperture in cemento amianto.
La capogruppo della Lega, Elisa Montemagni, ha chiesto i dati della presenza di amianto nell’acqua che, a detta della Giunta, presenta “valori al di sotto della soglia considerata come pericolosa”. La fonte sarebbe rappresentata da alcuni studi internazionali specifici attraverso i quali è stato possibile stabilire una presenza “comunque contenuta”.
Soddisfazione per l’arrivo, anche se tardivo, dell’informativa è stata espressa da Tommaso Fattori (Sì Toscana a Sinistra): “La vera partita saranno le risorse necessarie per la rimozione e lo smaltimento”.
Fonte: Consiglio Regionale della Toscana
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