Chiara Audenino: “Con il mio bell’abito e la tartarughina tra le mani sono entrata in acqua, ma continuava a cercarmi. Allora sono andata nel mare più profondo e l’ho spinta verso il blu”.
di Legambiente Arcipelago Toscano
ISOLA D’ELBA (Li) – Il nido fatto da mamma tartaruga – che i volontari di Legambiente hanno battezzato “Genova” in onore della città ferita dal crollo del ponte che ha fortissimi e antichi legami con l’Elba e l’Arcipelago Toscano – a Straccoligno è anomalo: questa tenacissima tartaruga Caretta caretta lo ha realizzato in un posto “impossibile” su una sabbia quasi compatta, con molti sassi, a non molti metri dal mare e accanto a un sentiero percorso anche da mezzi motorizzati. Infatti, la piccola voragine nella sabbia dalla quale sono sciamate le tartarughine che per qualche minuto nella serata di sabato hanno invaso la spiaggia non presenta l’usuale forma a imbuto, ma è un’apertura nella sabbia dura, con una piccola parete a delimitare quello che sembra un piccolo scavo.
A questo si aggiunge che verso le 19,00 nell’avvallamento si è cominciato a notare uno scavo che ha tenuto per circa un’ora col fiato sospeso i molti curiosi accorsi ad assistere alla possibile nuova nascita, la biologa Marsili dell’università di Siena e i volontari di Legambiente che sorvegliavano e prendevano i dati… ma dallo scavo è uscita una vespa parassita e alla speranza si è sostituito lo scoramento e il sospetto che nel nido non ci fossero più tartarughine vive.
Una paura smentita a un minuto a mezzanotte da una tartarughina che, solitaria e unica, è uscita dal minuscolo scavo e si è diretta verso il mare di Straccoligno, tornato calmo dopo la tempesta estiva pomeridiana.
Questi piccoli rettili marini confermano così la loro fiabesca resilienza. Una resistenza e rinascita che gli ambientalisti sperano verrà dimostrata anche dalla “Superba” Genova con l’aiuto di tutti gli italiani.
Una fiaba che racconta bene sulla sua pagina Facebook Chiara Audenino, la sposa diventata ormai famosa sui giornali di tutta Italia e sui social network per aver riaccompagnato insieme a suo marito, Attilio Orelli, la tartarughina dispersa che si era infilata al rinfresco del loro matrimonio.
Ecco cosa scrive la signora Audenino Orelli:
«Quando mi hanno detto che mentre ci stavamo scambiando le promesse di fronte al mare si sono schiuse sulla nostra spiaggia almeno 100 piccole tartarughine Caretta Caretta ho ringraziato questa natura meravigliosa per avermi fatto questo dono così prezioso nel mio giorno più bello. Avevano fatto la tana nella pezzo di spiaggia libera di fianco alla nostra e sono uscite fuori passando sopra gli asciugamani delle persone stese. Con stupore e meraviglia di tutti si sono dirette al mare, non sono state disturbate da nessuno nel loro cammino, tutti volevano proteggerle per farle arrivare all’acqua. La natura stava facendo il suo corso. Qualche ora più tardi una piccolina, sperduta perché attirata dalle luci del nostro rinfresco, è finita proprio tra le mie mani. Era venuta a farci gli auguri, era nuova vita che accompagnavo nel mio mare per farla crescere. Con il mio bell’abito da sposa, la tartarughina tra le mani, sono entrata in acqua. L’ho accarezzata prima di metterla giù ‘Buona vita piccolina, fai la tua strada e torna da grande in questa spiaggia a depositare le tue uova’. L’ho messa in acqua ma continuava a cercare la mia mano. Le dicevo; ‘Vai dalle tue sorelle, non stare con me!’ ma tornava indietro. Era disorientata, aveva bisogno di capire bene che il suo ambiente era proprio il mare. Così sono andata nell’acqua più profonda e l’ho spinta, con il cuore gonfio di gioia, verso il blu. Ero commossa per questo miracolo che stavo vivendo. Mio marito dietro me cercava di tenermi lo strascico ma ormai era tutto bagnato. Non pensavo al vestito, pensavo a noi due felici in acqua con le tartarughine. Alla natura che se incontaminata dona e se è abusata con il cemento toglie. Al nostro legame forte con il mare che quando siamo lontani ci manca come fosse aria. La nostra casa è qui, proprio dove le tartarughe sono nate».
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