Ecosistema

La tartaruga liuto in Toscana, rara ma non troppo: 10 le segnalazioni dal 1990 a oggi

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La tartaruga liuto trovata morta nelle acque di Viareggio (foto Wwf Viareggio)

L’enorme esemplare recuperato il 7 agosto a Viareggio non è il primo caso registrato. Intanto da inizio agosto 4 delfini morti trovati sulle coste toscane.

 

di Iacopo Ricci
15 agosto 2024

La gigantesca tartaruga liuto (230 kg per 2 metri di lunghezza) recuperata senza vita il 7 agosto a Viareggio è un animale raro per le nostre acque, ma non quanto si pensa. Tant’è che dal 1990 a oggi sono state già registrate 10 segnalazioni. A renderlo noto è ARPAT, l’Agenzia regionale di protezione ambientale, che nell’ambito dell’Osservatorio Toscano Biodiversità si occupa anche del monitoraggio degli animali spiaggiati.

La tartaruga liuto (Dermochelys coriacea), la più grande al mondo, è ampiamente distribuita in tutti i mari, da quelli freddi del Nord a quelli tropicali, ma entra nel Mediterraneo solo saltuariamente durante i suoi lunghissimi spostamenti, forse alla ricerca del cibo. È una specie protetta, inserita nell’Annesso I della CITES (Convenzione di Washington) e considerata vulnerabile per la lista rossa IUCN.

Venendo al dettaglio delle 10 segnalazioni registrate in Toscana da ARPAT dal 1990 a oggi (5 esemplari morti e 5 vivi) si è trattato di: uno spiaggiamento, 4 catture accidentali con attrezzi da pesca (2 esemplari morti e 2 liberati), 2 avvistamenti in spostamento, altri 2 animali trovati morti in mare aperto. Nella parte più settentrionale della regione sono stati segnalati uno spiaggiamento a Torre del Lago nel 1991, una cattura a Forte dei Marmi nel 1998 e una cattura a Carrara nel 2015.

Dato che la tartaruga liuto si ciba principalmente di meduse e tunicati è possibile, spiega l’agenzia regionale, che l’esemplare di Viareggio abbia seguito la grande abbondanza di meduse (soprattutto la Rhizostoma pulmo, il cosiddetto polmone di mare) segnalata in queste settimane nelle acque del Tirreno settentrionale e del Mar Ligure. E lì è andata incontro al suo destino, con il collo e una pinna anteriore agganciati alla cima di un contrappeso subacqueo impossibile da sollevare dal fondo. Un’enorme perdita per la biodiversità dei nostri mari provocata ancora una volta, involontariamente o consapevolmente, dall’attività umana.

Non solo tartaruga liuto: in Toscana da inizio agosto trovati 4 delfini morti

Non c’è stata solo la grande tartaruga liuto. Nei primi giorni di agosto ARPAT ha registrato anche lo spiaggiamento di ben 4 delfini tursiopi (Tursiops truncatus), tutti morti:
– una femmina (2,87 metri per 130 kg) recuperata a Vada (Rosignano Marittimo) il 4 agosto, in corso di analisi presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Pisa
– 1 piccolo maschio (circa 1 metro di lunghezza e 20 kg di peso) a Tirrenia (Pisa) e 1 grosso maschio a Quercianella (Livorno) il 6 agosto;
– 1 a Piombino l’8 di agosto.
Questi ultimi 4 ritrovamenti si aggiungono agli 11 tursiopi spiaggiati dall’inizio del 2024 (tutti morti), alle 4 stenelle, alla balenottera comune di Talamone (24 luglio), allo zifio dell’Isola d’Elba (22 maggio) e ad altri 4 delfini non determinati.

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