Il collasso climatico e insieme la pandemia sono la cartina di tornasole di una crisi globale senza precedenti nella storia dell’uomo.
di Gloria Germani
Oggi il mondo si trova in una sorta di schizofrenia: da una parte crediamo di essere la civiltà superiore, “il migliore dei mondi possibili”, il TINA “There is no alternative” (come lo definì Margareth Thatcher); e dall’altra fronteggiamo una serie di crisi enormi di tipo ambientale, economico ed esistenziale, che non hanno avuto precedenti nelle 5.000 civiltà umane che si sono alternate sul pianeta Terra durante i 300.000 anni di presenza dell’Homo sapiens sapiens. Perché succede? Inchieste e domande dovrebbero campeggiare ogni giorno su tutti i mass media.
Nel mio libro Verità della decrescita – Via dalla scienza totalitaria per salvare il mondo cerco di dimostrare che questo è un problema che non si può risolvere andando a interrogare i professori universitari. Gli esperti, con le loro specializzazioni, vedono le cose da una mappatura sempre più ristretta. I giornalisti che li interpellano sono appunto giorna-listi, guardano ai fatti di oggi, sono condannati dai tempi ristretti dell’attualità, dagli interessi dei loro editori e dalla premura di non perdere il posto o la fama. Distaccarsi dalla narrazione rassicurante del main stream significa, tanto per il “Clero mediatico-giornalistico” quanto per il “Clero Universitario”, rischiare la professione e ben pochi sono disposti a farlo. Abbiamo invece bisogno di riguadagnare uno sguardo amplio, sia nello spazio che nel tempo, scevro da interessi privati, una visione pura.
Non a caso un famoso e premiato corrispondente internazionale, Tiziano Terzani, nel 1996, a soli 58 anni, abbandonò il giornalismo perché si era accorto che l’impostazione stessa dell’attività giornalistica gli impediva di scorgere la verità. «C’era un livello di verità al di là dei fatti. C’era una verità più vera di tutti i fatti che al giornalismo non interessava […]. Ed è così che ho cambiato prospettiva. Ho lasciato l’autostrada».
I sistemi di comunicazione di massa sono infatti industrie molto costose e strutturate e, come hanno mostrato intellettuali come Noam Chomsky o Giulietto Chiesa, difficilmente lasciano i loro accessi non presidiati. Cercheremo dunque uno sguardo nuovo per capire in primo luogo perché siamo giunti a essere certi che la Civiltà Moderna Scientifica è la civiltà superiore. In secondo luogo indagheremo se c’è ancora motivo di considerare universalmente vera quella Mondovisione – tipica dell’uomo occidentale degli ultimi due secoli. Essa consiste nel ritenere che ci sia un unico modo di conoscere veramente la realtà, basato sulla Ragione e sul pensiero logico-razionale, sulla legge di casualità, sui concetti scientifici di spazio, tempo, materia, sulla possibilità di tradurre in termini algebrici i fenomeni della natura; un’unica scienza veramente scientifica – quella fondata da Galileo, Cartesio, Newton -, affiancata, eventualmente, da un’unica religione veramente vera: il cristianesimo.
Dopo 200 anni è ancora possibile ritenere che solo questo sia vero, sia la vera “scienza”?
Nel mio lavoro ho cercato di capire cosa c’è di dimostrato e cosa di mitico in quella che sembra la convinzione più forte della Modernità e a cui molte altre si appoggiano: l’idea del tempo progressivo, cioè che il tempo segua la linea del Progresso. Ho scandagliato poi cosa rimane dell’idea che la sola realtà sia la materia, che il mondo e la materia siano oggetti esterni a noi, da conoscere e cambiare, come già sosteneva Cartesio «per il vantaggio dell’uomo».
Infine ho indagato su cosa sia la tecnologia che occupa il nostro presente in maniera così invasiva – macchine, aerei, robotica – e in particolare quella più insidiosa: la tecnologia dell’immagine e della comunicazione: i Mass Media, la televisione e oggi l’immensa rete di ragno del web.
Verità della decrescita – Via dalla scienza totalitaria per salvare il mondo – Castelvecchi editore
Per acquistare il libro: https://www.macrolibrarsi.it/libri/__verita-della-decrescita.php
Gloria Germani – Ecofilosofa con un background in filosofia occidentale e orientale (ha studiato all’Università di Firenze, di Pisa e alla New York University), ha viaggiato molto in Asia e lavora da trent’anni nell’ambito dei media. È la maggior esperta del pensiero di Tiziano Terzani, che ha anche firmato la prefazione del suo libro Madre Teresa e Gandhi (2016). Le sue opere sono dedicate alla critica della visione moderna per chiarire un argomento tabù: la colonizzazione dell’immaginario che sta alla base del cosiddetto “sviluppo”. Ha curato, per la collana diretta da Latouche, I Precursori della decrescita, il volume Terzani. Verso la rivoluzione della coscienza (2014).
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