Appuntamenti Ecosistema

La scomparsa degli alpeggi e il clima, conferenza al Museo di Calci

alpeggio
Venerdì 1° marzo conferenza di Olga Gavrichkova del CNR. Si parlerà dei rischi legati all’abbandono delle praterie montane, come la perdita di paesaggi e di biodiversità.

 

CALCI (Pi) – Venerdì 1° marzo dalle ore 16:30, al Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa, nuovo appuntamento del ciclo di incontri “Una montagna di vita – Ecosistemi d’alta quota e cambiamenti climatici“. Olga Gavrichkova (Istituto di Ricerca sugli ecosistemi terrestri del CNR) terrà la conferenza “Che fine hanno fatto le praterie? Riscaldamento globale tra pascoli e boschi”.

Nel nostro Paese le praterie montane sono il risultato del rapporto tra le condizioni climatiche locali e le attività millenarie dell’uomo legate all’allevamento del bestiame e alla caccia.
La pratica, diffusa soprattutto nelle regioni alpine, che da sempre contribuisce al mantenimento di queste aree è l’alpeggio. Un’attività secolare che viene svolta da fine maggio a metà settembre e prevede la transumanza estiva del bestiame dalla pianura fino a quote di 1000 – 2500 metri per sfruttare i pascoli montani estivi e irrobustire il bestiame.

Questi habitat hanno contribuito ad accrescere il valore paesaggistico ed ecologico della nostra montagna, favorendo la biodiversità per il numero elevato di specie che ospitano, molto rare e protette dalle normative internazionali e nazionali. Oltretutto, se ben gestite, le praterie montane sono molto produttive perché sequestrano carbonio, specialmente nel suolo, esercitando così un ruolo importante di mitigazione dei cambiamenti climatici. Infine, un alpeggio ben fatto porta notevoli vantaggi agli animali al pascolo, aumentando così la qualità dei prodotti caseari.

Nell’ultimo secolo si assiste però al graduale abbandono delle aree destinate all’agricoltura e al pascolo in montagna e alla conseguente espansione dei boschi. In questo seminario si parlerà dell’alpeggio e dei rischi legati all’abbandono di questa pratica, come il maggior uso di mangimi importati, i rischi di inquinamento, la perdita di paesaggi e di biodiversità, le emissioni di carbonio accumulato nel suolo, l’aumento nell’uso dei combustibili fossili e, infine, la perdita di produzioni casearie.

Info e contatti:
info.msn@unipi.it – 050 22.12.970/80

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