Il Wwf: “Una soluzione che ci lascia basiti”. E il Coordinamento delle associazioni animaliste toscane scrive a Stefania Saccardi.
di Gabriella Congedo
La convivenza dell’uomo con il lupo non è facile. Se da una parte c’è il sacrosanto diritto di questo magnifico predatore a vivere nei suoi habitat, dall’altra non si possono ignorare i disagi degli allevatori che, soprattutto nel sud della Toscana, lamentano attacchi al bestiame sempre più frequenti.
Una cosa tuttavia va tenuta presente: in Italia dal 1971 il lupo è una specie protetta e l’uccisione di un esemplare è punita con l’arresto o con pesanti ammende. Lo stesso nel resto d’Europa. Questo ha portato il lupo a riconquistare rapidamente le aree da cui era stato scacciato. Nei primi anni Settanta nel nostro Paese erano rimasti appena 100 esemplari, oggi le stime più recenti ne contano circa 2.000.
Il problema sono le predazioni in alcune zone della Toscana, soprattutto le province di Siena e Grosseto dove ci sono molti allevamenti. Anche l’incrocio con i cani randagi è un elemento di rischio perché crea un ibrido poco timoroso dell’uomo e con maggior propensione ad aggredire il bestiame domestico. Agli allevatori vengono comunque finanziati cani da guardiania e recinzioni e rimborsati i danni subiti.
Pressata dagli allevatori, la Regione Toscana da alcuni giorni ha attivato un’e-mail e un numero Whatsapp con cui cittadini e allevatori possono segnalare eventuali avvistamenti di lupi. L’indirizzo mail a cui scrivere è: lupo@regione.toscana.it oppure si può farlo direttamente al numero della chat su Whatsapp 366 6817138.
“Per provare a dare una soluzione efficace ai nostri allevatori, colpiti sempre più di frequente da predazioni di capi da parte di lupi, serve un approccio pragmatico e immediato – ha spiegato Stefania Saccardi, assessore regionale alle Politiche agricole, Caccia e Pesca -. Chiederemo al ministro Cingolani un incontro per affrontare la tematica, puntando sulla necessità di ottenere per la Toscana deroghe rispetto alle normative attuali”.
Questa trovata della Regione non è piaciuta affatto alle associazioni animaliste. “Il numero telefonico da chiamare in caso di avvistamento è una soluzione che ci lascia basiti – tuona il WWF Toscana, che rimarca “la pochezza di un provvedimento che rischia solo di aumentare un tasso di confusione che non ha bisogno di essere alzato ulteriormente”.
Dal canto suo il CAART (Coordinamento Associazioni Animaliste Regione Toscana) si dichiara interdetto sulla motivazione addotta da Stefania Saccardi per l’incontro con il ministro Cingolani. “Non vorremmo che l’espressione “ottenere per la Toscana deroghe rispetto alle norme attuali” – scrivono all’assessora – riguardasse il permesso di abbattere lupi cosiddetti “problematici”, proposta che è stata avanzata anche da esponenti di alcune regioni del Settentrione”.
Il lupo è un prezioso regolatore degli ecosistemi, spiegano, e la sua presenza in Toscana sta portando effetti benefici per il contenimento degli ungulati, specialmente i cinghiali, problema che si è inutilmente cercato di risolvere con gli abbattimenti di massa. Senza contare che certi comportamenti predatori sono da attribuirsi ai cani ibridati che, non avendo timore dell’uomo, si avvicinano facilmente a lui e ai suoi luoghi.
Quello che serve davvero, concludono gli animalisti, è un Piano di Gestione del Lupo a livello nazionale. Fino a quando non verrà adottato “qualsiasi tipo di intervento a livello regionale non potrà rivelarsi che un palliativo di incerta applicazione”.
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