Secondo l’agenzia regionale la maggior parte dei dati 2020 sono positivi. Preoccupano i dati di Legambiente sull’illegalità: Toscana sesta in Italia.
Redazione
E’ stata presentata nei giorni scorsi da Arpat la decima edizione dell’annuario 2021 dei dati ambientali della Toscana, con circa 100 indicatori suddivisi in 6 aree tematiche: aria, acqua, mare, suolo, agenti fisici e sistemi produttivi. Il rapporto descrive la situazione per la qualità dell’aria nel complesso positiva, salvo per i dati del PM10 rilevati nella stazione di Lucca-Capannori, per quelli del biossido di azoto rilevati nella stazione di Firenze-Gramsci e per i dati dell’ozono il cui limite non è stato rispettato nel 20% dei siti.
Complessivamente, il 9% dei fiumi toscani monitorati raggiunge nel 2020 l’obiettivo di qualità ecologica elevata, per il 57% lo stato è buono e per il 64% anche lo stato chimico è buono. Secondo lo studio, il 72% delle acque sotterranee registra uno stato chimico buono, in aumento rispetto al 2019 quando era il 65%. Relativamente ai fitofarmaci, il 73% delle stazioni monitorate – in acque superficiali e sotterranee – ha registrato la presenza di fitofarmaci in concentrazioni misurabili, come nel 2019.
Non è buono invece lo stato chimico delle acque marino-costiere a causa dei dati sui metalli nei pesci. Per quanto riguarda i rifiuti sulle spiagge toscane la media è di circa 3 oggetti per metro lineare, con l’86% di rifiuti di plastica (nel 2020 erano il 76%). La qualità delle aree di balneazione si è mantenuta comunque a un livello “eccellente”.
L’inquinamento e il consumo di suolo fanno rilevare 191 nuovi procedimenti di bonifica attivati a marzo 2021, corrispondenti a circa 215 ettari. In termini assoluti, risultano consumati 1.417 km2 di suolo, il 6,17% del territorio regionale. La produzione di rifiuti per abitante in Toscana è pari a 613 kg mentre la percentuale di raccolta differenziata si attesta al 60,2%, in aumento rispetto al 56,1% dell’anno precedente, ma ancora distante dall’obiettivo del 65%.
Il 27% dei depuratori di reflui urbani ha registrato varie tipologie di irregolarità. Il 20% dei principali impianti di incenerimento di rifiuti urbani e speciali controllati hanno registrato irregolarità che non riguarderebbero però i valori emissivi, inferiori ai limiti per tutti gli inquinanti controllati. I controlli agli impianti geotermici non hanno fatto registrare il superamento dei valori limite di emissione per i parametri autorizzati (acido solfidrico, mercurio e anidride solforosa).
Continuano a preoccupare invece i dati della classifica regionale dell’illegalità ambientale. Il 2019 aveva visto la Toscana classificarsi al sesto posto con 2.197 reati, il 6,3% sul totale nazionale, 1920 persone denunciate, due arresti e 451 sequestri. Secondo l’ultimo rapporto Ecomafia 2021, diffuso nei giorni scorsi e stilato da Legambiente con il sostegno di Cobat e Novamont, anche per il 2020 la Toscana si ritrova sesta in classifica per numero di reati contestati, subito dopo la Calabria e prima della Lombardia, con 2.000 reati contro l’ambiente, pari al 5,7% degli illeciti contestati su scala nazionale. A livello provinciale fra le prime 20 realtà spicca, in negativo, il caso di Livorno che con 477 illeciti contestati si colloca al quindicesimo posto per numero di reati.
La classifica regionale dell’illegalità nel ciclo dei rifiuti vede la Toscana al nono posto con 380 reati accertati, 422 denunce e 121 sequestri. Per il ciclo del cemento è al sesto posto con 782 reati, 791 denunce e 67 sequestri. La regione è sesta anche nella classifica dell’illegalità contro la fauna e Livorno è ottava nella classifica provinciale nazionale con 310 reati. La Toscana è invece al settimo posto nella classifica degli incendi dolosi, colposi o generici. Infine le archeomafie: il Lazio, con il 14,7% del totale nazionale, è la regione dove si registra il maggior numero di furti, seguita da Puglia (11,6%), Toscana (10,6%) e Campania, con il 9%. Toscana terza per furti di opere d’arte (53).
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