Ignazio Schettini ha presentato a San Casciano la permacultura, un modello alternativo all’agricoltura intensiva: “Terra, uomini ed economia possono coesistere in armonia”.
di Marcello Bartoli
San Casciano in Val di Pesa (Fi) – Il Centro del RiuSolidale di Canciulle ha coordinato, lo scorso fine settimana, una serie di incontri di approfondimento per conoscere meglio la permacultura e gli orti urbani. Relatore d’eccezione Ignazio Schettini, traduttore del manuale di progettazione di permacultura di Bill Mollison. Al termine dell’incontro di sabato nella sala consiliare del Comune è stato proiettato il docufilm “God save the green”, di Michele Mellara e Alessandro Rossi (distribuito da Mammuth FIlm) che documenta varie esperienze di orti sociali e giardini urbani in Italia e nel Mondo.
La permacultura ha come obiettivo principale quello di permettere a individui, famiglie e comunità locali di migliorare la propria autosufficienza e autoregolazione. E’ una filosofia pratica che considera il suolo un organismo vivente e mira a preservarne la vitalità favorendo la creazione e il mantenimento di ecosistemi stabili in modo da soddisfare i bisogni della popolazione attraverso cibo, fibre ed energia e favorendo la resilienza, la ricchezza e la stabilità di ecosistemi naturali.
Il metodo della permacoltura è stato sviluppato a partire dagli anni Settanta da Bill Mollison e David Holmgren che attinsero da varie discipline come architettura, biologia, selvicoltura, agricoltura e zootecnia.
“Gli studi in Agraria sono settoriali, senza visione olistica – argomenta Ignazio Schettini – la verità è che le monocolture rappresentano un danno per il territorio che si traduce in impoverimento dei suoli, diminuzione di biodiversità vegetale e animale, impoverimento paesaggistico e precarietà alimentare. Con la monocultura si inquinano spesso le falde attraverso i pesticidi, vengono trasmesse più facilmente malattie come la Xilella e si impoverisce la comunità con meno persone che si relazionano”.
E’ necessario un modello agricolo alternativo, continua Schettini “che possa rigenerarsi sempre, a ciclo continuo, con più colture interconnesse anche con il mondo animale. In Australia le aziende agricole devono fare anche educazione alimentare a bambini e adulti, economia ed ecologia cioè non sono separate. La permacultura rovescia il modello di un’agricoltura asservita all’industria agroalimentare dove si guadagna a discapito di altri. Terreni incolti e aree verdi cittadine possono essere destinate alla produzione alimentare e all’allevamento di animali di piccola taglia”.
Bill Mollison sosteneva che “una cultura non può sopravvivere a lungo senza una base agricola sostenibile e un’etica dell’uso della terra”. Nello stesso testo per la prima volta asserisce che il termine da lui coniato di “permaculture” nasce dalla contrazione non solo di “permanent agriculture” ma anche di “permanent culture“. Nel manuale si affrontano anche i temi del clima, delle transazioni energetiche, dell’acqua e del suolo, movimenti terra, risorse e acquacoltura.
Ignazio Schettini è laureato in Agraria con specializzazione in “Gestione dei sistemi agricoli”. Nel 2014 ha collaborato con Geoff Lawton e Bill Mollison presso il Permaculture Research Institute nel Nuovo Galles del Sud e poi presso la Tagari Garden Farm, sede del Permaculture Institute in Tasmania. Rientrato in Italia ha fondato l’associazione “Laboratorio di Permacultura Mediterranea” con la quale gestisce e coordina il progetto “Ta’ Rossa”, un’azienda agricola urbana progettata secondo i principi della Permacultura. Organizza corsi di progettazione in permacultura di 72 ore con la collaborazione di docenti esperti e riconosciuti a livello internazionale.
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