Il nodo principale rimane come superare il modello degli allevamenti intensivi, responsabile di una lunga serie di impatti negativi su ambiente e salute.
di Sandro Angiolini
16 settembre 2024
Non so quanti di voi si ricordano delle proteste di folti gruppi di agricoltori, all’inizio dell’anno, in vari Paesi d’Europa. Proteste sacrosante, per diversi motivi, ma che apparentemente non hanno generato grandi risultati, tranne un diffuso coro contro le ambizioni e gli obbiettivi più “green” proprio nel settore agricolo. Nell’ultima settimana la presidente della Commissione Europea, la ri-eletta Ursula von der Leyen, è tornata su questi temi in due distinti interventi. Vediamo come.
La prima occasione è stata la presentazione di un rapporto sul dialogo strategico relativo al futuro dell’agricoltura europea, cioè come ce la possiamo immaginare da qui ai prossimi 10 anni. Il rapporto evidenzia una serie di temi, tipo:
– il settore ha un ruolo importante ma è sempre più sotto pressione, soprattutto per il cambiamento climatico;
– occorre rendere l’agricoltura più “resiliente”, competitiva e sostenibile, evitando contrapposizioni estreme tra i vari gruppi d’interesse;
– si deve potenziare il ruolo degli agricoltori all’interno delle filiere agro-alimentari, dove finora non hanno il giusto peso;
– si punta a ridurre il carico burocratico per le piccole e medie aziende agricole.
Agli occhi di chi, come me, segue il settore da 40 anni non emergono novità di rilievo. E anche a giudicare dai commenti che hanno seguito il discorso della von der Leyen non mi aspetto nessun cambiamento serio. In sostanza: il dibattito tra i vari portatori d’interesse (associazioni di produttori, partiti, ambientalisti, etc) continua, ma una buona sintesi sembra ancora lontana. Intendendo per “buona” una strategia che miri a migliorare realmente le condizioni dei produttori, dei consumatori e dell’ambiente.
Il settore agricolo europeo continuerà ad assorbire circa 50 miliardi di euro/anno, oltre ad altri benefici indiretti. Ma gli interessi delle grandi imprese trasformatrici e distributrici appaiono più “resilienti” di quelli delle altre parti in causa. Il nodo principale, a mio modesto avviso, rimane come superare il modello della produzione intensiva negli allevamenti animali, responsabile di una lunga serie di impatti negativi su ambiente e salute. Riuscire ad attuare metodi alternativi che siano anche economicamente sostenibili per i diversi attori della filiera (consumatori compresi) consentirebbe di fare un salto di qualità epocale. Ma questo non sembra essere l’obbiettivo della nuova Commissione EU.
L’altro intervento che pochi giorni fa è apparso su (alcuni) media è più specifico, ma forse più interessante da un punto di vista ecologista. Bruxelles sta lavorando con gli Stati membri per sviluppare i primi progetti pilota relativi al lancio di “Crediti per la Natura”. Anche questa non è una grande novità; da circa 20 anni chi protegge le foreste secondo certe condizioni può vendere i crediti di carbonio associati a questa attività su appositi mercati, così da evitare che quegli ambienti vengano invece sfruttati. Ma il fatto di estendere questo tipo di meccanismo anche agli agricoltori europei che tutelano la biodiversità rappresenta comunque una potenziale svolta nel loro rapporto con l’ecosistema (e con l’opinione pubblica). Se son rose fioriranno…
OLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.
Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.
È di recente uscito il suo libro “Comunicare meglio-istruzioni per l’uso”, un manuale divulgativo sulle tecniche di comunicazione rivolto ai non addetti ai lavori.
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