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“La Grande Traversata Elbana è un’enorme e indecente discarica abusiva”

discarica GTE - Elba
Foto Legambiente Arcipelago Toscano

La denuncia di Legambiente, CAI e Italia Nostra sul degrado del più importante cammino dell’isola: “Subito la bonifica, è ora di mettere fine a questa vergogna”.

 

di Gabriella Congedo

ISOLA D’ELBA (Li) – Una situazione vergognosa, indegna di un’isola civile che vive di turismo. È quanto denunciano all’unisono Legambiente Arcipelago Toscano, CAI e Italia Nostra a proposito delle tante discariche abusive, grandi e piccole, vecchie e nuove che deturpano la Grande Traversata Elbana (GTE).
La GTE è un itinerario naturale che attraversa l’isola da Est a Ovest, con passaggi in punti panoramici che svelano paesaggi mozzafiato. Ma quello che dovrebbe e potrebbe essere uno dei cammini più belli d’Italia è stato trasformato a causa dell’inciviltà in un disastro ambientale.

In particolare, informano le associazioni, “il tratto tra Colle Reciso, Le Picchiaie e il Buraccio, ai confini tra i Comuni di Portoferraio, Capoliveri e Porto Azzurro, è ormai diventato una lunga e lineare discarica abusiva di materiali edili, ingombranti, plastiche di ogni tipo, copertoni di auto e camion, amianto, rottami di ferro, elettrodomestici, materassi e altri materiali pericolosi. Praticamente tutte le tipologie di materiali che non servono più nella vita quotidiana sempre di più finiscono la loro vita in questi luoghi”.

Una situazione di degrado ambientale diventata ormai normalità che nessuno è riuscito a scalfire, nonostante le continue denunce di associazioni, escursionisti e cittadini e qualche sporadico intervento di pulizia.
Colpa dell’inciviltà e della miopia di chi pensa di semplificarsi la vita e di risparmiare andando a scaricare nel bosco i residui delle proprie attività, accusano le associazioni. Che non mancano di puntare il dito anche sull’inerzia delle amministrazioni localiche non si attivano per monitorare almeno i siti più esposti e quelli nei punti panoramici, magari con l’installazione di telecamere, e non applicano un sistema sanzionatorio così come avviene negli altri Paesi europei”.

È l’ora di mettere fine a questa vergogna, tuonano Legambiente, CAI e Italia Nostra. Non può il solo volontariato farsi carico del disastro che invade boschi, colline e zone costiere. I rifiuti sono spesso in punti difficili da raggiungere e per rimuoverli servono attrezzature professionali.

Le associazioni chiedono dunque che si proceda con urgenza a un’imponente azione di ripristino ambientale concordata tra Comuni, Ente Parco e Gestione Associata del Turismo da finanziare utilizzando una parte delle risorse derivanti dal contributo di sbarco. Un progetto “non più rinviabile e senza il quale diventa davvero difficile parlare di green economy e di un futuro sostenibile per l’Elba: non possiamo propagandare un’isola verde e pulita se la GTE è disseminata di discariche”.

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