Secondo la sentenza la norma è in contrasto con le competenze statali esclusive in materia di salvaguardia del paesaggio e dell’ambiente.
di Iacopo Ricci
1 dicembre 2022
La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 239 depositata il 29 novembre 2022, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 1 della legge regionale Toscana n° 52 del 2021 “Disposizioni in materia di tagli colturali. Modifiche alla l.r. 39/2000”, (ormai nota come leggina taglia-boschi), in quanto lesiva delle competenze statali esclusive in materia di salvaguardia del paesaggio e dell’ambiente (artt. 9 e 117, comma 2°, Costituzione).
Facciamo un passo indietro. Lo scorso febbraio, su sollecitazione di alcune associazioni ambientaliste tra cui il Wwf e il GrIG, il Consiglio dei Ministri aveva impugnato la legge davanti alla Corte Costituzionale con la motivazione che alcune disposizioni in materia di paesaggio, ponendosi in contrasto con la normativa statale, violano gli articoli 9 e 117, primo e secondo comma, lettera s) della Costituzione.
Nel dicembre 2021 la norma era stata approvata in Consiglio Regionale a maggioranza con i soli voti contrari del Movimento 5 Stelle. Consiste in una modifica alla Legge Forestale regionale attraverso la quale si elimina sostanzialmente l’obbligo di autorizzazione della Soprintendenza per i tagli boschivi ‘colturali’ nelle aree sottoposte a vincolo paesaggistico. I proponenti l’avevano presentata come una semplificazione necessaria per liberare la normale gestione selvicolturale da inutili aggravi burocratici ed economici che stanno mettendo in ginocchio le aziende del settore.
Soddisfatta per la sentenza della Consulta la consigliera M5S Silvia Noferi, che rivendica al suo gruppo di essere stato l’unica forza politica a opporsi alla legge: “Era evidente che escludendo l’autorizzazione paesaggistica per i tagli colturali nelle aree vincolate si sarebbe abbassato il livello di tutela dei beni paesaggistici tutelato dal Codice del Paesaggio ma il Partito Democratico ha voluto forzare la mano, non contento delle autorizzazioni che vengono inspiegabilmente concesse sempre alle stesse aziende da anni per tagli boschivi che stanno trasformando il paesaggio toscano”.
Sull’altro fronte il capogruppo Pd in Consiglio regionale Vincenzo Ceccarelli, primo firmatario della legge, e il consigliere Cristiano Benucci vedono invece nella sentenza l’esaltazione della burocrazia statale. “Resta profondamente ingiusto – hanno commentato – costringere piccolissime aziende agricole a chiedere una autorizzazione paesaggistica per tagliare minuscoli appezzamenti di bosco, in presenza di un vincolo generico che non riguarda il bosco stesso”.
E se nella forma la sentenza va rispettata, nella sostanza rappresenta “una sterile vittoria dello Stato inteso come esaltazione della burocrazia e una sconfitta per tutti coloro che hanno a cuore l’ambiente, ma non per questo vogliono rinunciare alla plurisecolare tradizione della coltivazione del bosco”.
Evviva! Ora cosa succede? Tutti i tagli nella Montagnola Senese in assenza di autorizzazione paesaggistica? Gli enti e i responsabili del rilascio dei permessi? Chi non ha controllato? Il danno all’ambiente e alla biodiversita’ chi lo quantifica? Purtroppo i boschi sono gia’ stressati per i gli eventi estremi climatici in atto; tagli industriali sono un ulteriore stress di cui non hanno bisogno. Segnalo che i video del convegno BOSCHI, BIODIVERSITA’ & CLIMA (Monticiano, 5.11.2022) e’ ora online a: https://www.forestsforlifetoscana.it/boschi-biodiversita-clima