Il lupo passerebbe da specie “rigorosamente protetta” a “protetta”. Le associazioni: “Gli Stati membri e il Governo italiano si oppongano”.
Redazione
20 dicembre 2023
I lupi rischiano di vedersi declassare da specie “rigorosamente protetta” a specie “protetta”. Lo ha proposto oggi la Commissione Europea per voce della presidente Ursula von der Leyen. «Lo status di protezione del lupo ai sensi della Convenzione di Berna – si legge in una nota della Commissione – è stato stabilito sulla base dei dati scientifici disponibili al momento dei negoziati della convenzione nel 1979» e, sulla base di un’analisi approfondita sullo stato del lupo nell’Ue, si propone di «Rendere il lupo “protetto” anziché “rigorosamente protetto”».
Von de Leyen dal canto suo, pur riconoscendo nel ritorno dei lupi una buona notizia per la biodiversità in Europa, dichiara che “la concentrazione di branchi di lupi in alcune regioni europee è diventata un pericolo reale, soprattutto per il bestiame”. In certe zone dunque i lupi sarebbero diventati anche troppi.
Le associazioni ambientaliste annunciano battaglia a cominciare dal WWF, che invita gli Stati membri a respingere la proposta. “Una decisione grave senza alcuna giustificazione scientifica – tuona Isabella Pratesi, direttrice del programma di Conservazione al WWF Italia – motivata da ragioni puramente personali e politiche, che va a minare gli straordinari sforzi di conservazione messi in campo negli ultimi decenni che hanno permesso la ripresa numerica e spaziale delle popolazioni di lupo in molti paesi dell’UE. La presidente von der Leyen sta deliberatamente sacrificando decenni di lavoro di conservazione per il suo tornaconto politico”.
“Una proposta totalmente insensata – fa eco Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette e biodiversità di Legambiente – La Commissione europea è caduta sotto ricatto della peggiore politica negazionista e contraria alla tutela della biodiversità e, com’era già evidente con il veto sulla Restoration law, gioca sulle parole e si inventa il nulla perché nella Direttiva Habitat è già previsto che si possa intervenire per regolare e contenere le popolazioni di specie protette”.
Legambiente ricorda che nel 2023 in Italia, stando agli ultimi dati disponibili (parziali e non completi), sono stati censiti 90 lupi morti di cui 47 per investimento, 35 ascrivibili a bracconaggio (contro i 14 del 2022), i restanti morti per cause naturali o cause incerte.
“Per tale motivo – continua Nicoletti – chiediamo al Governo italiano di opporsi alla proposta della Commissione europea, mentre a livello nazionale chiediamo che venga migliorato e approvato in via definitiva il Piano di conservazione e gestione del lupo”.
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