Terza tappa del ciclo dedicato al Festival “L’Economia della Felicità”.Questa volta si parla di inquinamento e rifiuti, con una raccomandazione: siamo noi i custodi del mondo.
di Marcello Bartoli
PRATO – Cos’è che ci fa credere che questa civiltà industriale possa ancora continuare a produrre rifiuti e inquinamento di queste proporzioni e natura? Secondo alcuni degli esperti intervenuti alla 18esima conferenza “L’Economia della Felicità” siamo a un punto di svolta, ma forse potrebbe essere troppo tardi.
Secondo Rossano Ercolini, presidente di Zero Waste Europe, Zero Waste Italy e Nobel alternativo per l’Ambiente 2013, a questo punto della storia o vinciamo tutti o perdiamo tutti. “Quando le comunità si mettono insieme e sono davvero indipendenti si possono fare grandi cose, ne è un esempio la battaglia vinta dalle associazioni contro l’inceneritore della Piana fiorentina. A ognuno di noi il compito di usare meno cinismo e più civismo. Bisogna essere radicali ma non fanatici, dobbiamo guardare il mondo con gli occhi di un bambino e renderci conto che siamo noi i suoi custodi. I prossimi 25 anni saranno caratterizzati dalla lotta per le risorse naturali. L’usa e getta ha cambiato le sorti del pianeta e ormai siamo immersi in una ‘incultura regressiva’. Tra gli imputati il packaging; spesso il peso dell’imballaggio di plastica è il doppio del peso netto del prodotto. Un mio obiettivo è quello di portare un simbolico processo all’imballaggio nelle scuole; sarà opportuno quindi reintrodurre il vuoto a rendere”.
Patrizia Gentilini, medico oncologo ed ematologo, membro dell’Associazione Medici per l’Ambiente (Isde Italia) e di Medicina Democratica, ha invece puntato il dito sulle multinazionali: “La scienza è spesso asservita all’economia. Il paradosso del progresso è l’inquinamento di varia natura con la ricerca preventiva sul cancro che lascia spazio a quella sulla terapie. Il cancro e i tumori sono in aumento tra gli adolescenti a livello mondiale e l’Italia ha il triste primato di quelli che riguardano l’infanzia. Le multinazionali sono più interessate alle cure che alla prevenzione. Tra le tipologie di inquinamento in crescita stiamo sottovalutando quello elettromagnetico da uso dei cellulari. In Toscana lascia perplessi il recente decreto che permette l’utilizzo di ben 29 tipi di pesticidi, Glifosate compreso, anche in zone limitrofe alle captazioni di acque sotterranee. Alla base resta il problema dell’informazione manipolata”.
Realista e piuttosto pessimista il pensiero di Guido della Casa, esponente di spicco dell’Ecologia Profonda: “Anche noi siamo animali ma soffriamo di antropocentrismo senza considerare la biodiversità. Non dovremmo alterare in nessun modo il funzionamento della vita sulla Terra poiché siamo solo una parte del tutto. Le nostre cellule non funzionano seguendo il mito della competizione e della selezione ma secondo il principio della collaborazione. L’ecologia profonda è ecocentrica, le entità naturali hanno valore in sé a prescindere da noi; la Terra è un organismo e non la nostra casa. La civiltà industriale è incompatibile con la vita sulla Terra. La vera soluzione al problema della plastica? Smettere di produrla”.
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