L’europarlamentare M5S Dario Tamburrano: “Regione dapprima lo ha messo in freezer, ora progetto completamente sparito dalla pagina istituzionale”.
di Gabriella Congedo
ROCCALBEGNA (Gr) – La centrale geotermoelettrica di Triana, nell’area del Monte Amiata, non si farà. Sul sito della Regione il progetto è sparito dall’elenco di quelli in corso di valutazione. L’annuncio arriva dall’europarlamentare M5S Dario Tamburrano che si è occupato della questione fin da quando, a fine 2018, si è saputo dell’avvio – da parte di Enel Green Power – del procedimento di Valutazione di impatto ambientale per il nuovo impianto.
Studiate le carte, a gennaio Tamburrano ne aveva chiesto l’annullamento perché la documentazione presentava incongruenze interne. “La Regione Toscana dapprima lo ha messo in freezer – scrive l’europarlamentare sulla sua pagina Facebook – Ora il progetto è completamente sparito dalla pagina istituzionale dedicata a quelli in corso di valutazione”.
La centrale Triana sarebbe andata ad aggiungersi ai 33 impianti già attivi in Toscana, che coprono il 30% del fabbisogno energetico regionale.
Quello che maggiormente aveva messo in allarme i comitati (Sos Geotermia, Difensori della Toscana, Rete nazionale NoGESI) era l’estrema vicinanza con le due centrali già esistenti a Bagnore e la potenza prevista, 20 Mw, che in base ai loro calcoli avrebbe aumentato di un quarto il volume, già preoccupante, delle emissioni di mercurio, idrogeno solforato, ammoniaca.
“La centrale geotermoelettrica Triana sarebbe stata di tipo flash – continua Tamburrano – cioè con emissioni in atmosfera di gas serra e di sostanze pericolose per ambiente e salute. Enel Green Power avrebbe voluto costruirla a Roccalbegna, a meno di cinque chilometri di distanza dalle centrali di Bagnore 3 e Bagnore 4, portando a 80 i MW installati in quella ristretta area”.
La nuova Direttiva europea sulle energie rinnovabili (che disciplinerà lo sviluppo del settore fra il 2020 e il 2030) ora riconosce che va incentivata solo la geotermia a basso impatto ambientale. E invece “le centrali geotermiche italiane, per ora tutte situate in Toscana, ricevono gli incentivi per le energie pulite ma emettono più gas serra di omologhe centrali termoelettriche alimentate da un combustibile fossile come il gas naturale”.
Intanto cittadini e territori hanno ora la possibilità di far sentire la propria voce. La Regione Toscana infatti ha avviato il percorso partecipativo per l’identificazione delle aree non idonee allo sfruttamento geotermico nell’ambito del PAER, il Piano Ambientale ed energetico regionale. Un tema che coinvolge direttamente tre province (Pisa, Grosseto e Siena) e 51 Comuni.
Il primo incontro si è svolto il 15 aprile nella sede della Regione Toscana a Firenze, tra maggio e giugno ce ne saranno altri due mentre entro il 10 maggio è possibile inviare contributi scritti al Garante regionale dell’informazione e partecipazione.
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