Agricoltura Appuntamenti

E’ battaglia dei semi, scontro tra interessi pubblici e privati

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Il 27 settembre a Firenze (Teatro del Maggio) una conferenza sui semi in una prospettiva giuridica, tra beni comuni, diritti di proprietà privata e “diritti di utilizzo”. 

 

FIRENZE – “Il diritto dei semi tra sostenibilità e sfide climatiche” è il titolo di una mini conferenza che si svolgerà nell’ambito della Notte dei ricercatori, venerdì 27 settembre, presso il Teatro del Maggio Musicale fiorentino (piazzale Vittorio Gui, 1 alle ore 17).

E’ uno dei temi più dibattuti che il sistema alimentare mondiale si trova ad affrontare, un terreno di scontro giuridico tra la possibilità di appropriazione privata del patrimonio genetico e il diritto degli agricoltori di produrre e scambiare le proprie sementi e quello delle comunità locali di scegliere autonomamente la qualità della propria alimentazione.

Analizzare la “battaglia dei semi” in una prospettiva giuridica offre la possibilità di identificare attori e interessi in gioco sotto il profilo dei diritti e degli obblighi contrapposti, di discutere le politiche nazionali e le direttrici internazionali, di comprendere infine se, e in che misura, il diritto possa diventare vettore di trasformazione sociale e di reale empowerment degli individui e delle comunità più vulnerabili.

Le sementi sono una componente essenziale del sistema alimentare. Da sempre cibo e strumento di produzione, sono diventate, a partire dagli anni ’30 del Novecento, esse stesse un prodotto. Sempre di più, infatti, l’industria agro-alimentare si è concentrata sulla ricerca e la sperimentazione di sementi che, attraverso processi di selezione o manipolazione genetica (le sementi OGM), presentino caratteristiche particolari: alta produttività, resistenza a malattie e funghi e alle sostanze utilizzate come pesticidi, grande adattabilità, qualità dei prodotti.

Ricerca e sperimentazione fanno sorgere la questione dei brevetti e della proprietà intellettuale. Complesse sono le questioni di carattere giuridico-filosofico sulla brevettabilità di beni che diverse culture nel mondo considerano un bene comune, su cui non è possibile rivendicare diritti di proprietà privata ma solo “diritti di utilizzo”. Analogamente complicate battaglie politiche si intrecciano sul diritto degli agricoltori alla scelta delle sementi da utilizzare e alla loro produzione autonoma.

Interessanti interrogativi si pongono sul valore concreto e culturale dei semi come fattori determinanti della produzione agricola e, al tempo stesso, centro di pratiche e rappresentazioni culturali che fondano i sistemi sociali. Chi controlla le sementi, infatti, acquista il controllo sostanziale sulla struttura dell’intero ‘food system’”. Come scrive Vandana Shiva: “The seed has become the site and symbol of freedom in an age of manipulation and monopoly of diversity” (il seme è diventato il sito e simbolo della libertà in un’era di manipolazione e monopolio della diversità).

I processi di resistenza contro il potere crescente dei ‘Gene Giants’ hanno preso strade diverse: da un lato il tentativo di ottenere il riconoscimento della sovranità alimentare (e dunque anche della sovranità sui semi) come diritto fondamentale sul piano internazionale; dall’altro il riconoscimento, a livello nazionale, di norme che garantiscano i diritti degli agricoltori e delle comunità indigene sulle sementi e ne valorizzino il sapere e la funzione di preservatori della biodiversità del pianeta, come in Perù e in India.

Fonte: Università di Firenze

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