Al via il progetto triennale “Vivai e salute” condotto da Asl Toscana centro e finanziato dalla Regione. Lo scopo: valutare i rischi dell’esposizione ai pesticidi per chi lavora nel settore.
di Marcello Bartoli
PISTOIA – Sta per cominciare e andrà avanti per tre anni, interessando gran parte del Pistoiese. È il progetto “Vivai e Salute”, condotto dalla Asl Toscana centro e finanziato dalla Regione con 195.000 euro. Lo scopo: valutare i possibili rischi per la salute di chi lavora nei vivai dovuti all’impiego di fitofarmaci. Il progetto si concluderà a giugno del 2022, quando verranno diffusi i risultati.
Il vivaismo interessa più di 5.000 ettari nella piana pistoiese; con 600 milioni di fatturato (in crescita) rappresenta da solo un terzo del fatturato totale agricolo della Toscana ed è di gran lunga la prima voce dell’export di questa zona, quasi 20 euro ogni 100 di export totale.
La concentrazione di vivai nel pistoiese non trova paragoni in nessun’altra zona al mondo. Per questo anche l’indagine epidemiologica sull’impatto ambientale e sanitario che sta per iniziare è di interesse e livello internazionali.
“L’attività che si svolge nei vivai – osserva l’assessore regionale alla Salute Stefania Saccardi – si accompagna all’uso intensivo di prodotti fitosanitari, con potenziale impatto ambientale e sanitario. L’esposizione interessa direttamente chi lavora nelle aziende florovivaistiche, ma in modo diretto o indiretto anche la popolazione che abita nelle vicinanze. Per questo come Regione abbiamo deciso di sostenere e finanziare questo progetto della Asl Toscana centro, che potrà dare risultati utili a indirizzare l’attività florovivaistica nella direzione migliore per la salute e per l’ambiente”.
Non è certo la prima volta che la Asl Toscana centro si occupa dei vivai, anzi è dal 2005 che si cerca di valutare gli effetti dell’uso di pesticidi sugli addetti attraverso indagini a campione. Ma finora c’era stata ben poca collaborazione da parte delle aziende, che spesso si sono messe di traverso nel dare accesso alle banche dati dei registri dei fitosanitari. Anche gli studi sulla salute dei lavoratori hanno incontrato difficoltà sia per la completezza che per la qualità dei dati.
Oggi sembra che qualcosa stia cambiando e anche nel mondo dei vivai si comincia a parlare di sostenibilità ambientale come valore aggiunto. Le aziende, come si apprende da una nota della Regione, hanno promesso di dare libero accesso ai registri dei fitofarmaci e a quelli dei lavoratori esposti.
Una disponibilità impensabile fino a poco tempo fa.
Intanto sul tema della riduzione nell’uso dei pesticidi sta muovendo i primi passi un tavolo di confronto con la Regione e tutti i soggetti interessati: aziende, enti locali, università e associazioni ambientaliste.
“Stiamo definendo un patto con il Distretto vivaistico e l’Associazione vivaisti italiani per orientare sempre più la produzione verso i principi della sostenibilità – spiega al riguardo l’assessore all’Ambiente Federica Fratoni – . Le imprese chiedono oggi alle istituzioni di essere aiutate in questo percorso che rappresenta un’opportunità concreta di miglioramento delle loro produzioni e un accrescimento della competitività”.
Durante i tre anni i tre anni del progetto si indagherà sulla salute dei lavoratori, con un focus particolare su rischio chimico, malattie professionali e problemi sanitari; verranno censiti tutti i vivai, ma anche il territorio e le abitazioni adiacenti; sarà fatto un monitoraggio dell’uso di fitofarmaci nelle aziende.
Alla fine i risultati saranno resi pubblici su un apposito sito web. Sono previsti anche due momenti di diffusione dei risultati, uno a carattere scientifico, l’altro divulgativo.
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