Secondo il report è tra le regioni più arretrate rispetto agli obiettivi climatici dell’Ue. Ancora scarsi i consumi di energia da rinnovabili.
Redazione
Secondo le analisi del report La corsa delle Regioni verso la neutralità climatica: il primo ranking delle Regioni italiane sul clima 2021, realizzato da Italy for Climate con la collaborazione dell’ISPRA, la Toscana si troverebbe tra le regioni più arretrate rispetto agli obiettivi climatici fissati dall’Ue al 2030 e 2050. La classifica è stata elaborata in base a tre parametri chiave – emissioni di gas serra, consumi di energia e fonti rinnovabili – e al loro andamento nel periodo 2017-2019.
La Toscana va meglio della media nazionale solo per quanto riguarda le emissioni di gas serra pro capite: 6,4 tCO2eq, contro un dato nazionale pari a 7 tCO2eq. Tali emissioni risultano però pressoché immobili dal 2017. Mentre l’Italia le ha ridotte dell’1,7%, in Toscana non si va oltre un misero – 0,1%. I consumi di energia in Toscana al 2019 risultano invece pari a 2,1 tep pro capite (più della media italiana, pari a 2 tep/abitante), cresciuti dal 2017 dell’1% (in Italia +0,7%).
I consumi di energia risultano sempre meno soddisfatti dalle energie rinnovabili: nel 2019 la quota di fonti rinnovabili sul consumo finale lordo di energia arrivava al 16,7% (poco meno della media nazionale, 17%), un dato che è addirittura in diminuzione (-2,7%, in Italia -0,9%) rispetto al 2017. La Toscana si conferma invece la Regione leader in Europa per la produzione di elettricità da geotermico, mentre le altre rinnovabili non prendono campo come potrebbero.
Sulle fonti alternative è stato Mauro Romanelli, presidente dell’associazione Ecolobby, a intervenire su queste pagine: “Si deve, in venti anni, cambiare il modello di produzione energetica, uscendo dalle fonti fossili (gas, carbone e petrolio) e transitando alle energie rinnovabili (sole, vento, idroelettrico). Non si può fare soltanto l’eolico in mare e il fotovoltaico sui tetti: servono anche l’eolico sui crinali montani e il fotovoltaico a terra”.
Sul fotovoltaico lo stesso Romanelli ha aggiunto che “per una completa decarbonizzazione della nostra economia e del nostro sistema industriale non basta riempire i tetti e le aree industriali di fotovoltaico ma servono circa 4.000 chilometri quadri di territorio, che è circa l’1% del terreno agricolo ad oggi non coltivato”. La Regione Toscana ha puntato molto, forse troppo sulla geotermia. E’ tempo di guardare ad altre fonti rinnovabili con più fiducia.
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