Presentato oggi il report Mal’Aria di Città 2020 di Legambiente sull’inquinamento atmosferico. Confermato il record per il PM10 nella stazione di Capannori.
Sono stati presentati stamani a Firenze, alla Libreria Libri Liberi, i dati del dossier di Legambiente Mal’aria di Città 2020 in Toscana alla presenza del presidente regionale di Legambiente Fausto Ferruzza, del responsabile del settore Inquinamento Atmosferico per il Cigno verde in Toscana Michele Urbano e del direttore generale di ARPAT Marcello Mossa Verre.
Nell’analisi portata avanti da Legambiente nelle campagne annuali “PM10 ti tengo d’occhio” e “Ozono ti tengo d’occhio”, che monitorano l’andamento giornaliero dei capoluoghi di provincia, si è tenuto conto delle stazioni di fondo urbano e di traffico di ogni città, che dovrebbero essere quelle che risentono prevalentemente dell’inquinamento prodotto dalla circolazione automobilistica urbana. Dal rapporto emerge comunque un bilancio di luci e ombre per la Toscana.
«Il trend generale è in costante miglioramento – dichiarano Fausto Ferruzza e Michele Urbano – e tuttavia si confermano situazioni critiche estese nelle aree più assolate per l’inquinante Ozono (a Lucca, a Settignano, in Maremma); come rimane una criticità storica per il PM10 nella stazione di Capannori e un’altra conclamata in viale Gramsci a Firenze per l’NO2».
Per l’ozono troposferico, un inquinante tipicamente estivo il cui limite previsto dalla legge è di 25 giorni all’anno con una concentrazione superiore a 120 microgrammi/metro cubo (calcolato sulla media mobile delle 8 ore), nel 2019 sono state ben 5 le aree che hanno superato il limite dei 25 giorni: Lucca con 44 giorni di sforamento, Grosseto Maremma 37, Firenze Settignano 30, Montecerboli (PI) con 31 e Montale 29. Come risulta evidente dai dati delle tabelle, i valori di concentrazione di ozono in Toscana si sono mantenuti elevati e critici per tutto il decennio.
Le principali proposte di Legambiente:
Traffico: inserire in tutta la pianificazione nazionale, regionale e urbana obiettivi ambiziosi e vincolanti che mettano al centro il potenziamento del Trasporto Pubblico Locale (TPL) – indirizzato fin da subito verso le motorizzazioni elettriche a emissioni zero – e politiche disincentivanti per l’uso delle auto private nei centri urbani che dovranno inesorabilmente rimanere l’ultima (e più cara) opzione di mobilità in città.
Nelle città occorre ripensare l’uso degli spazi pubblici adattandoli in funzione delle persone e non delle auto; includere e integrare nei piani a competenza locale (come i Piani di risanamento dell’aria regionali o i PUMS comunali o metropolitani) misure che incidano anche sulle infrastrutture di carattere nazionale (autostrade, ferrovie, porti, aeroporti e interporti merci); informare e sensibilizzare i cittadini sull’evoluzione del mercato dell’auto, aumentandone la consapevolezza e orientandone le scelte; incentivare la rottamazione dei veicoli più inquinanti destinando il contributo economico non all’acquisto di un nuovo veicolo ma a quello di abbonamenti al TPL, minuti gratis ai vari car sharing – bike sharing presenti sul territorio.
Climatizzazione domestica: eliminare i sussidi alle fonti fossili; vietare l’uso di combustibili fossili inquinanti nel riscaldamento degli edifici; programmare la sostituzione delle caldaie che utilizzano combustibili solidi (legna, pellet) dove si superano i limiti di legge in maniera sistematica; favorire la diffusione di nuove tecnologie ormai consolidate come le pompe di calore.
Fonte: Legambiente Toscana
Fonte video: ARPAT Toscana
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