Agricoltura

Incentivi europei all’agrivoltaico ma il Governo stoppa gli extra-profitti

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Cia Toscana: “Una beffa per le imprese agricole che hanno investito in passato sulle energie rinnovabili”. Chiesto un incontro con Cingolani e Patuanelli.

 

Redazione
18 agosto 2022

Il fotovoltaico applicato all’agricoltura, oltre a produrre energia da fonte rinnovabile, può contribuire a ridurre gli effetti negativi della radiazione solare nelle regioni semi-aride e aride, aumentare la produttività delle colture e l’efficienza d’uso dell’acqua, migliorare l’elettrificazione rurale, non ultimo incrementare l’efficienza d’uso del suolo riducendo la competizione tra produzione energetica e produzione alimentare.

A luglio la Commissione europea ha annunciato un regime di aiuti di Stato per l’Italia, per un valore di 1,2 miliardi stanziati nell’ambito del Pnrr e destinati a incentivare l’installazione di pannelli fotovoltaici nel settore agricolo con l’obiettivo di incoraggiare gli operatori del settore a utilizzare le energie rinnovabili.
L’aiuto si traduce in sovvenzioni dirette fino al 90% dei costi di investimento ammissibili, soggetti a massimali a seconda della capacità dell’impianto fotovoltaico. Il regime durerà fino al 30 giugno 2026 ed è riservato alle aziende agricole, di allevamento e agroindustriali. I beneficiari potranno investire in capacità fotovoltaiche non eccedenti il proprio fabbisogno energetico, per cui i contributi saranno soggetti a massimali in funzione della capacità dell’impianto fotovoltaico.

Nel frattempo la decisione del Governo di intervenire sugli extra-profitti generati dagli impianti fotovoltaici agricoli ha causato la reazione di Cia Toscana che la ritiene una beffa per le imprese agricole dalle conseguenze irreversibili rispetto agli sforzi economici fatti dagli agricoltori che hanno investito in passato nelle energie rinnovabili.

Per il presidente Valentino Berni “chi ha investito su green con incentivo statale non può essere penalizzato poiché gli investimenti con carattere pluriennale le imprese li hanno fatti basandosi su regole sicure, cambiarle in corsa è sbagliato e provoca danni irreversibili”. Non è possibile – aggiunge Cia Toscana – accomunare i piccoli impianti fotovoltaici realizzati in connessione con l’attività agricola – mediamente di piccole dimensioni – ai grandi impianti industriali, che hanno per core business la produzione di energia elettrica”.

Cia chiede, dunque, con urgenza un incontro con i ministri Cingolani e Patuanelli per trovare insieme una soluzione perché la legge 25/2022, convertendo il decreto-legge 4/2022, cambia le carte in gioco e cancella i diritti acquisiti.

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