Una tecnologia utile per mappare i combustibili delle foreste e indirizzare i fondi per la prevenzione sulle aree più a rischio.
FIRENZE – Secondo il bilancio fornito dalla Regione Toscana durante la presentazione della campagna antincendi boschivi 2021, nel 2020 i casi sono stati 242 a fronte di una media annuale di 412 nel decennio 2011-2020. Resta comunque l’urgenza di fronteggiare e prevenire questa piaga nazionale che deve fare i conti con la vastità del patrimonio verde italiano e con la necessità di indirizzare al meglio le risorse disponibili per l’azione antincendio.
Un contributo importante in questa direzione arriva dal Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali (DAGRI) di Firenze che ha messo a punto un’app, chiamata FuelGeoData, che permette la mappatura e la quantificazione, in modo semplice e veloce, del materiale combustibile distribuito sul territorio (https://fuelgeodata.dagri.unifi.it).
“Si tratta di un progetto strategico integrato – spiega Enrico Marchi, docente del DAGRI – che affronta la sfida di potenziare le capacità di previsione, prevenzione e soppressione degli incendi nell’area del Mediterraneo – la più sottoposta a questo pericolo – per proteggere e valorizzare le risorse ambientali, culturali e turistiche dello spazio marittimo”.
“I cambiamenti socio-economici degli ultimi anni, con l’abbandono delle aree rurali e montane – continua Marchi, che ha contribuito per lo stesso argomento al Rapporto sullo stato delle foreste toscane 2019 -, uniti ai mutamenti climatici, hanno portato a una maggiore omogeneità e continuità della copertura vegetale nelle foreste e nei boschi, con un aumento significativo del materiale combustibile a terra e un’evidente ricaduta sulla possibilità di innesco e diffusione del fuoco”.
L’App FuelGeoData mira a creare una cartografia della distribuzione del rischio d’incendio basata su dati rilevati a terra, in modo da poter indirizzare i fondi per la prevenzione sulle zone più suscettibili e vulnerabili. La sperimentazione è partita questa primavera nelle province toscane della costa tirrenica (Massa-Carrara, Lucca, Pisa, Livorno, Grosseto). I risultati saranno presentati a inizio 2022 e messi a disposizione delle istituzioni pubbliche in prima linea contro gli incendi.
Fonte e video: Università di Firenze
Il materiale a terra, semmai trinciato, va lasciato lì a generare suolo, asportarlo é un impoverimento dei terreni