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In Toscana un laboratorio vivente per lo studio del rischio idrogeologico

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A Pisa l’avvio del progetto europeo Desira coordinato dall’Ateneo. Innovazione responsabile e sostenibilità per la trasformazione high tech del mondo rurale.

 

PISA – Si chiama Desira il nuovo progetto coordinato dall’Università di Pisa per favorire la trasformazione hi-tech del mondo rurale. Più di 50 persone in rappresentanza di 25 partner di 15 diversi Paesi europei si sono ritrovate a Pisa dal 4 al 6 settembre per il suo avvio.

Finanziato dal programma Horizon 2020 con circa 5 milioni di euro sino al 2023, Desira riunisce un vasto partenariato composto da enti di ricerca, istituzioni pubbliche, piccole e medie imprese e organizzazioni non governative. L’obiettivo del progetto è valutare l’impatto della digitalizzazione nelle aree rurali, nell’agricoltura e nella silvicoltura per massimizzare i benefici della tecnologia al servizio del territorio secondo i principi della sostenibilità e dell’innovazione responsabile. La ricerca prevede la nascita di venti “laboratori viventi” nei vari Paesi europei coinvolti, uno dei quali sarà anche in Toscana.

“Il caso di studio toscano – spiega Gianluca Brunori del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Università di Pisa, coordinatore scientifico di Desira – affronterà la gestione del rischio idrogeologico nelle aree montane per capire come la digitalizzazione possa migliorarne l’efficienza. Partner dell’ateneo per realizzare questo ‘laboratorio vivente’ è il Consorzio di Bonifica Toscana Nord”.

Per quanto riguarda l’Università di Pisa il progetto vede direttamente coinvolti dieci fra professori, ricercatori, assegnisti, dottorandi e tecnologi del gruppo PAGE (Pisa Agricultural Economics), un team da tempo impegnato sul tema dell’innovazione in agricoltura e in aree rurali. A livello cittadino sono coinvolti anche altri dieci ricercatori del CNR-ISTI, esperti di tecnologie informatiche.

Fonte: Università di Pisa

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