Oggi hanno in media tra i 65 e i 78 anni. Dal 1985 le doppiette si sono dimezzate, ma la Toscana mantiene il record d’Italia sia in assoluto che in rapporto alla popolazione.
In ventitre anni si sono dimezzati. Se nel 1995, seppure già in calo, erano quasi 150 mila le doppiette in Toscana, adesso non raggiungono le 75 mila. E vista l’età media elevata, tra i 65 e i 78 anni, c’è da aspettarsi un’ulteriore, drastica riduzione. La Toscana rimane comunque la regione in Italia con il più alto numero di cacciatori (al secondo posto c’è la Lombardia) ed è anche la prima, o al massimo la seconda, anche come densità in rapporto alla popolazione, dove se la gioca con l’Umbria.
A livello nazionale, dal 1985 a oggi il numero dei cacciatori si è ridotto di due terzi: erano oltre un milione e mezzo nel 1985, oggi sono poco più di 500 mila. I giovani non sono più attratti da questo mondo; secondo un’indagine condotta da Federcaccia solo il 5% dei cacciatori ha meno di 30 anni.
E poi ci sono i costi. Oltre alle spese per armi, munizioni e accessori, chi spara deve pagare una doppia tassa di concessione e in più un corrispettivo per gli ambiti di caccia a cui si iscrive, nella regione o fuori regione.
La tassa regionale ammonta a 23 euro l’anno mentre quella incamerata dallo Stato vale 173 euro. Per il primo Atc di residenza venatoria, l’ambito territoriale di caccia, si pagano in Toscana 100 euro e 50 per gli eventuali altri. In 25 mila ne scelgono almeno due. Queste risorse servono a finanziare le attività di ripopolamento ma anche l’indennizzo dei danni provocati dalla fauna alla coltivazioni. Il 10 per cento invece è destinato al finanziamento della spesa per la Polizia provinciale, che tra le sue competenze ha anche la tutela del territorio, la lotta ai crimini ambientali, al bracconaggio e allo sfruttamento degli animali.
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