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In azione in Toscana i Tartadogs, i cani che trovano i nidi di tartaruga marina

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Foto Legambiente

Sono addestrati per cercare i nidi più nascosti che solo il loro formidabile fiuto può scovare. Un progetto unico in Europa.

 

Redazione
12 giugno 2024

Foto Legambiente
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I detective a 4 zampe sono pronti. A partire da quest’estate i litorali italiani vedranno entrare in azione i Tartadogs, i cani per la ricerca dei nidi di tartaruga marina: un’innovativa forma di collaborazione tra esseri umani e animali per la salvaguardia della biodiversità.

Da fine giugno in Toscana, Lazio, Campania, Puglia e Calabria le unità cinofile, ognuna composta da un conduttore e un cane appositamente addestrato, affiancheranno il personale esperto, autorizzato dal ministero dell’Ambiente, pronto a intervenire una volta individuato il nido. La missione dei Tartadogs è quella di facilitare l’individuazione dei nidi, soprattutto in assenza di tracce esterne che ne permettano il riconoscimento visivo. Le uova infatti possono essere sepolte fino a un metro di profondità sotto la sabbia: un ostacolo anche per il più vigile occhio umano ma non per il formidabile fiuto dei cani.

L’attività rientra nel progetto Life Turtlenest, cofinanziato dal programma LIFE dell’Unione europea e coordinato da Legambiente, e vede coinvolto in prima linea l’Enci Ente Nazionale Cinofilia Italiana, partner di progetto.
Il progetto, basato su linee guida create proprio da Legambiente ed Enci, è un vero e proprio unicum a livello europeo con un solo precedente in Florida, negli Stati Uniti, un esperimento con un unico cane addestrato. Ed è proprio questa l’assoluta novità italiana: la squadra di Tartadogs è composta da quattro cani, accompagnati dai relativi conduttori, di tre razze diverse: due labrador (un maschio e una femmina), un Pastore Olandese e uno Springer Spaniel. I cani sono diversi anche per età ed esperienza ma tutti hanno svolto per diversi mesi un addestramento specifico e regolare.

Per garantire il benessere dei Tartadogs le unità cinofile lavoreranno solo nelle primissime ore del giorno, quando le temperature sono ancora miti, e le attività di ricerca sono tutte basate sul gioco tra conduttore e cane.

Durante la stagione Legambiente ed Enci osserveranno le squadre in azione raccogliendo dati e informazioni, per poi confermare o eventualmente modificare le linee guida del protocollo secondo l’approccio scientifico più corretto. Da questa sperimentazione nascerà una pubblicazione dedicata alla formazione delle unità cinofile nella ricerca dei nidi di tartaruga marina. Inoltre a partire da questo lavoro Enci, insieme a Legambiente ed ISPRA, darà vita alla prima scuola europea per le unità cinofile da conservazione, che partirà dal prossimo autunno.

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