Sarà creata una mappa digitale della distribuzione degli animali e per la prima volta saranno a disposizione stime comparabili a livello europeo.
Redazione
7 settembre 2023
PISA – È stato scelto per il suo habitat naturale unico e per la lunghissima esperienza nel monitoraggio della fauna. Il Parco di San Rossore è al centro del progetto EnetWild: una rete internazionale di zone di studio collegate al progetto European Observatory of Wildlife, che ha lo scopo di indagare con approccio scientifico le popolazioni di mammiferi presenti in tutto il territorio europeo e il loro stato di salute.
Per quattro mesi sarà testato un innovativo sistema di controllo e reperimento dati tramite fototrappole. Alle operazioni prenderanno parte gli zoologi Marco Del Frate e Paolo Bongi, del gruppo di ricerca guidato dal professor Marco Apollonio dell’Università di Sassari, che da anni si occupano di grandi mammiferi nel Parco, coadiuvati da operatori esperti nel settore come Tancredi Guerrasio, sempre dell’Università di Sassari.
Sono 28 i Paesi europei coinvolti, San Rossore è una delle tre aree di studio in Italia, l’unica a rappresentare un habitat mediterraneo con le sue coste, le foreste e le aree umide. Lupi e daini, volpi e martore, istrici e tassi: sarà creata una mappa digitale della distribuzione degli animali monitorati e per la prima volta saranno a disposizione stime comparabili a livello europeo, con informazioni cruciali sulle variabili che influenzano la densità e la dislocazione delle specie e sulle metodologie di gestione più efficaci. L’analisi permetterà di confrontare decine di diversi ecosistemi nel continente e di comprendere quali sono gli elementi che influiscono sulla diversa collocazione delle specie, sul numero degli esemplari e sulla loro salute.
Il Parco è stato scelto sia per le sue caratteristiche naturali uniche, un ambiente con habitat estremamente eterogeneo e molto vicino a zone di interesse turistico e culturale, sia perché da 40 anni ha sviluppato una notevole esperienza nel campo del monitoraggio. «Un’iniziativa che conferma ancora una volta come il nostro Parco sia importante e conosciuto a livello internazionale, anche nel mondo scientifico» commenta il presidente del Parco Lorenzo Bani.
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