L’ente replica al senatore forzista Massimo Mallegni: “Nostro obiettivo equilibrio tra attività economiche ed ecosistema”.
Redazione
MASSA CARRARA – “Il Parco delle Apuane non chiude le cave ma sospende le lavorazioni abusive”. Così il Parco dopo le esternazioni del senatore di Forza Italia Massimo Mallegni il quale, a proposito delle recenti ordinanze dell’ente (lo stop ai lavori “in difformità” ha riguardato cava Torbaccio, cava La Buca e cava Piastraio) aveva dichiarato che chiudere le cave significa dare un colpo al lavoro e mettere in ginocchio decine di famiglie.
“Appare strano che un parlamentare della Repubblica non conosca le leggi nazionali e regionali e perfino la loro applicazione pratica – replica il Parco – È utile ricordare al senatore Mallegni che l’ente Parco, istituito con Legge regionale 11 agosto 1997, n. 65 per la gestione del “Parco Regionale delle Alpi Apuane”, ha la finalità di perseguire il miglioramento delle condizioni di vita delle comunità locali mediante la tutela dei valori naturalistici, paesaggistici e ambientali e la realizzazione di un equilibrato rapporto tra attività economiche ed ecosistema.
A fronte di questa mission, però, il Parco, per legge, ha voce in capitolo solo e soltanto sul rilascio della valutazione di impatto ambientale: è chiamato cioè a valutare come e in che misura la coltivazione prevista dai piani presentati dalle aziende incidano sugli habitat e le specie animali e vegetali. Su tutto il resto decidono Comuni e Regione Toscana”.
Il Parco ricorda poi al senatore Mallegni che “le ordinanze emesse dal Parco decretano la sospensione delle attività limitatamente alle difformità: in pratica, non viene chiusa la cava, ma vengono impedite soltanto le difformità che, proprio perché difformi dalla pronuncia di compatibilità rilasciata dal Parco, potrebbero avere impatti negativi sull’ambiente. Non si blocca lo sviluppo, dunque, ma si bloccano, quello sì, le lavorazioni che non siano rispettose dell’ambiente”.
E nel caso delle ultime ordinanze emesse “sono state sospese lavorazioni che rischiavano di compromettere l’integrità di alcune cavità carsiche con il pericolo di portare inquinamento al sistemo idrico delle Apuane”.
“L’obiettivo- ribadisce il presidente del Parco Alberto Putamorsi – è sempre quello di far vivere due mondi in una convivenza difficile e quasi impossibile, tutelando ambiente e lavoro. Ma aggiungo che in nome del lavoro non si possono commettere abusi.”
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