Di sicuro questa decisione rappresenta un brutto colpo per l’agricoltura Usa e peserà sul futuro di queste discusse tecnologie.
di Sandro Angiolini
26 marzo 2023
Tra le molte notizie arrivate questa settimana vado in realtà a ripescarne una della fine della settimana precedente, anche perché riguarda un tema di cui da molto tempo non si parla sui principali media nostrani.
Il Messico ha annunciato il 13 marzo scorso che intende bloccare, a partire dal 2024, l’import di mais per uso alimentare umano contenente OGM o glifosato, di solito proveniente dai vicini USA. Questo soprattutto al fine di tutelare le varietà autoctone (cioè locali) messicane.
Non è affatto una notizia di poco conto, per vari motivi:
– il Messico si trova all’interno dell’area di scambio economico USMCA (ex-NAFTA, che comprende Canada-Usa-Messico) e la scelta del governo socialista messicano contraddice nella sostanza l’obbiettivo generale dell’accordo di favorire il libero scambio di merci e servizi: uno schiaffo politico non da poco agli USA;
– le somme in gioco sono potenzialmente enormi: c’è chi stima che il valore degli import che verrebbero bloccati supererebbe i 40 miliardi di dollari (ma a me sembrano tanti…), quindi un colpo serio per l’economia agricola statunitense, che ha margini di profitto limitati;
– l’esempio del Messico potrebbe favorire ulteriori contraccolpi negativi per gli USA in altre parti del mondo dove le coltivazioni OGM (cioè Organismi Geneticamente Modificati) sono più sviluppate (es. in altri Paesi del Sud America e dell’Asia).
Si annuncia quindi una svolta epocale a livello mondiale su quelle che fino a pochi anni fa erano propagandate come la soluzione ai problemi della fame nel mondo? Non credo, ma senz’altro questa notizia peserà sul loro futuro, per il quale occorre considerare altri elementi:
– la crescita della superficie coltivata globalmente a OGM era già in diminuzione da circa un decennio per vari motivi, il principale dei quali, probabilmente, è rappresentato dal fatto che la maggior parte delle innovazioni biotecnologiche era stata finalizzata a rendere le nuove varietà più produttive e resistenti a trattamenti con potenti pesticidi (che ovviamente costano…) per contrastare le erbe con loro competitrici;
– molti Paesi (compresa la maggior parte dei quelli europei) sono rimasti assai sospettosi della sicurezza di questi prodotti per la salute umana, anche se non c’è una chiara evidenza scientifica che siano davvero nocivi. Se entro il 2030 non dovessero emergere prove solide sulla loro pericolosità dovremmo come Europei accettare di consumarne (previa chiara etichettatura sul contenuto negli alimenti, già in vigore), dato che ormai sono in commercio da prima del 2000? A quel punto avremmo avuto infatti un largo arco temporale su cui confrontarci e per poterne verificarne gli impatti sulla salute delle popolazioni umane;
– di sicuro questa tecnologia va migliorata per renderla più ambientalmente e socialmente accettabile: per esempio evitando la ricombinazione di geni di origine animale con quelli di origine vegetale e soprattutto concentrandosi su quelle innovazioni in grado di favorire l’adattamento agli effetti negativi del cambiamento climatico (leggi varietà in grado di crescere anche in condizioni di siccità). E gli agricoltori biologici dovrebbero essere comunque adeguatamente protetti dai casi di contaminazione dalle varietà OGM nelle loro coltivazioni.
OLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.
Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.
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