Alla rassegna internazionale il documentario Mighty Afrin: in the time of floods: quando l’emergenza climatica diventa umanitaria e dà vita a migrazioni.
Redazione
6 novembre 2023
FIRENZE – Nell’ultimo decennio oltre 20 milioni di persone sono sfollate ogni anno all’interno dei confini del loro Paese a causa di eventi meteorologici estremi. Attualmente sono 3,3 miliardi le persone che vivono in nazioni ad alta vulnerabilità umana ma il numero potrebbe in realtà essere ancora più alto. Il nesso sempre più preoccupante tra cambiamenti climatici e migrazioni forzate emerge da un rapporto di Caritas Internationalis intitolato Displaced by a Changing Climate: Caritas Voices on Protecting and Supporting People on the Move. La Banca mondiale dal canto suo avverte che entro il 2050 raddoppierà il numero di persone che dovranno muoversi forzatamente fuggendo dalle aree con minore disponibilità idrica e produttività delle colture o da zone che saranno colpite dall’innalzamento del livello del mare.
Anche la 64esima edizione del Festival dei Popoli di Firenze, rassegna internazionale del film documentario, ha affrontato il tema dei migranti climatici con il documentario Mighty Afrin: in the time of floods diretto da Angelos Rallis, proiettato sabato scorso allo Spazio Alfieri.
Come può crescere una ragazza appena adolescente, con i suoi sogni e i suoi progetti, in una terra devastata dalle conseguenze del riscaldamento globale dove vigono ancora tradizioni illegali che la vogliono inchiodata a un destino di sposa bambina? Afrin, originaria della bassa zona costiera del Bangladesh, lungo il fiume Brahmaputra, si dibatte tra le imposizioni di una famiglia allargata che la vuole sposa a 12 anni e le devastanti inondazioni che si succedono in una terra resa praticamente inagibile dal cambiamento climatico.
Quando la sua casa viene sommersa dall’acqua Afrin decide di lasciarsi alle spalle l’unico mondo che abbia mai conosciuto e intraprende un pericoloso viaggio in barca verso una delle città più densamente popolate del mondo per trovare il padre che non ha mai incontrato. A Dhaka, una città traboccante di pericoli e misteri, Afrin affronta le avventure più impensate ma riesce a fare amicizia con un gruppo di ragazzi orfani e tiene viva la speranza di ricongiungersi a suo padre cercando, al contempo, una vita migliore per se stessa.
All’incontro con il pubblico hanno partecipato anche Laura Petruccioli, referente di Amnesty International ed Eugenio Alfano, esperto in diritti umani e diritto dell’immigrazione.
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