Un modello che resiste agli assalti della grande distribuzione perché ha qualcosa in più: qui si svolgono anche la socialità e le relazioni umane del paese.
Testo e foto di Silvia Ciucchi
8 novembre 2022
SAN GODENZO (Fi) – Si è concluso a San Godenzo il secondo progetto realizzato dal Centro Commerciale Naturale “Il passo di Dante” che, grazie al cofinanziamento al 50% del Comune di San Godenzo, ha potuto investire 40 mila euro nel centro storico. Luminarie per lo scorso Natale, un affresco che raffigura i luoghi danteschi del territorio, materiale promozionale per l’evento “Dante&Andrea – San Godenzo 2021” e cartellonistica a fini turistici sono, oltre alla rete Wi-fi gratuita nel centro storico, le importanti azioni messe in moto, di concerto con l’amministrazione comunale, dal Centro Commerciale Naturale animato da Confesercenti.
Le botteghe fanno parte della storia sociale delle nostre città. Le consideriamo tradizione, pezzi della nostra memoria collettiva e personale. Le vediamo soffrire cercando di mantenere il passo con lo sviluppo forsennato dei colossi della grande distribuzione facilitato anche da particolari condizioni vantaggiose. Condizioni che i piccoli negozi non hanno mai avuto. Perché acquistare in un piccolo negozio significa scegliere un futuro in cui i Piccoli Negozi sono ancora presenti, rinnovati certo, dotati di e-Commerce funzionali, ma sempre vitali per la comunità.
Il Centro Commerciale Naturale (CCN) nasce come luogo privilegiato non solo del commercio ma anche di una vita sociale e culturale che affonda le proprie radici nella storia e nella cultura che caratterizzano quel particolare luogo.
Le vecchie botteghe del paese, rimaste pressoché immutate, sfidano cosi i nuovi modelli commerciali, sia la grande distribuzione, arrivata con la sua presenza ingombrante a pochi chilometri dal paese stesso, che la nuova modalità di vendita on-line e in rete.
Resistono a tutto questo, forse perché hanno un qualcosa in più che le altre forme non hanno, ovvero qui si svolgono la socialità e le relazioni umane del paese, ci si incontra, si fanno due chiacchere, si parla del più e del meno, si sentono le opinioni di tutti e ovviamente si acquista pure.
Nei paesi e nelle città botteghe, mercati, negozi sotto casa contribuiscono all’identità dei quartieri e li mantengono vivi. Il commercio locale offre un servizio, un presidio, la possibilità di fare quattro chiacchiere e altro ancora come:
qualità artigianale e freschezza
Le botteghe e i mercati di quartiere offrono spesso prodotti del territorio molto freschi e qualità artigianale, con minori lavorazioni e trasporti e di conseguenza più ricchi di nutrienti;
spesa a misura d’uomo
Potrai immergerti in un mondo di colori e profumi, evitando di perderti tra gli immensi e impersonali scaffali dei grossi centri commerciali;
servizio personalizzato
L’offerta è più flessibile e capace di adattarsi alle esigenze dei clienti. Puoi esprimere opinioni e richieste e farti consigliare nuovi prodotti anche direttamente dal titolare, spesso con decenni di esperienza.
Le botteghe promuovono la varietà e la diversità dei prodotti
Sono capaci di specializzarsi e dare un’offerta più diversificata rispetto agli ipermercati, che puntando ad attrarre il maggior numero di persone tendono ad appiattire la varietà dei prodotti. Ogni piccolo negozio tende ad avere un certo numero di fornitori in esclusiva per la propria area, quindi all’aumentare del numero di negozi cresce anche la varietà dell’offerta.
Le aziende locali danno lavoro ad altre aziende locali
Le attività indipendenti gestite da persone “del posto” acquistano il 65% dei prodotti e servizi di cui hanno bisogno presso altre aziende locali. Hanno autonomia nella scelta dei fornitori e possono selezionarli nel tempo in base a quanto offerto dal territorio o in base a specifiche esigenze.
Le piccole attività commerciali mantengono più risorse sul territorio
Botteghe e negozi fisici pagano più tasse agli enti locali, generando risorse da destinare a servizi per la collettività. Questo avviene perché di solito hanno sede legale nei Comuni in cui operano, dove spesso possiedono anche immobili, come il punto vendita o magazzini. A volte pagano anche ulteriori concessioni per l’uso del suolo pubblico o di aree demaniali. I negozi solo online non possiedono immobili e quindi non pagano tasse sulla proprietà nella maggior parte delle aree servite.
I negozi solo online creano meno posti di lavoro di quelli fisici
I negozi fisici di proprietà locale generano 47 posti di lavoro ogni 10 milioni di transato, mentre i colossi dello shopping online (Amazon ecc. …) generano solo 19 posti di lavoro per 10 milioni di transato.
Più piccoli negozi significa più ricchezza
Le piccole attività commerciali mantengono più risorse sul territorio. Nei negozi di vicinato non solo gli stipendi ma anche gli utili restano sul posto. Al contrario, gli incassi dei grandi centri commerciali vanno sempre lontano e spesso all’estero, dove hanno sede le aziende proprietarie. Dove c’è un’alta concentrazione di attività commerciali con base locale di solito i salari sono più alti e ci sono meno povertà e disoccupazione. E forse per questo, gli abitanti tendono a restarci,
I piccoli negozi sono un punto d’incontro
Finiscono per diventare un punto di ritrovo e di riferimento. Riducono l’isolamento di chi non può spostarsi e offrono un servizio sotto casa a chi non vuole spostarsi.
I piccoli rivenditori locali sono più ecosostenibili.
Le botteghe e i mercati costituiscono il naturale sbocco per i piccoli produttori locali, che difficilmente possono sostenere le regole imposte dalla grande distribuzione. I prodotti trasformati invece vengono spesso da laboratori artigianali, a volte presidio delle campagne. Supportare i piccoli produttori è importante per evitare l’abbandono delle campagne e la perdita di biodiversità.
Le botteghe sono un presidio
Le piccole attività commerciali presidiano le strade e le rendono più sicure. Mantengono vivi anche i quartieri periferici delle città, evitando che si trasformino in dormitori. Ma oltre a questo i commercianti stessi si costituiscono in associazione volontaria, si danno un nome, una personalità giuridica, cercano modalità associative per poter meglio competere sviluppando insieme alcune attività di servizio e promozionali al fine di cogliere quelle opportunità di finanziamenti rese possibili dalla sinergia con le amministrazioni locali. Buone pratiche che insieme a Comune, Pro loco Città Metropolitana e Regione creano le condizioni per avanzare proposte di sussidio che ritornano a cascata sui beni comuni del paese stesso, volte a migliorare il decoro, la vivibilità, la bellezza anche delle piccole cose come arredi urbani, panchine, sedute, ombrelloni ombreggianti, affreschi per il loggiato. Come dire: ci associamo per il bene di tutti, insieme facciamo qualcosa che ha un ritorno positivo per tutti, ma soprattutto ritorna a dare corpo e anima alla linfa vitale della struttura sociale che diventa solidale e umana.
Un bell’esempio da seguire dunque e, perché no, da incentivare.
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