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Il caffè è prima di tutto terroir, per Fratelli Bonacchi serve “gentilezza agricola”

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Venerdì 21 febbraio a Fiesole Sandro Bonacchi ha lanciato un nuovo concetto di caffè all’Accademia del Caffè Espresso.

 

di Sandro Bonacchi
24 febbraio 2025

FIESOLE (Fi)  Come sono arrivato al concetto di terroir? Partendo da un’esperienza pluridecennale nella torrefazione del caffè e guardando quello che stava succedendo sul mercato. Il torrefattore ha da sempre rivendicato il ruolo d’onore nella filiera di produzione, come se dietro di lui ci fosse solo lui e davanti a lui solo il consumatore. La verità è che la torrefazione è solamente una delle due cucine di trasformazione del chicco affinché possa diventare liquido. La seconda cucina è quella che arriva successivamente con il barista.

La torrefazione non basta a determinare quello che possiamo definire un “flavore onesto”. Onesto rispetto a che cosa? Il torrefattore è sempre stato considerato più importante della parte agricola e botanica, della materia prima che resta ancora pressoché sconosciuta a baristi, ristoratori e consumatori.

Girando per territori ho compreso le similitudini e i parallelismi con il vino, ho approfondito i relativi studi e quanto questi fossero fondamentali anche in altri modelli agricoli, nonostante il caffè viva di regole sue. Ho capito che la materia prima e i relativi processi di lavoro rappresentano la genesi di tutto. Parlando di origini, di fattorie e di uomini, di varietà botaniche, altitudini, luoghi, microclimi è inevitabile iniziare a comprendere quali siano le differenze tra un caffè e l’altro.

Il flavore, ovvero l’insieme delle percezioni organolettiche di aromi, gusti e corpo, è rappresentativo di un terroir quando l’uomo non prevarica ma si armonizza con un territorio e il suo varietale, ne è al servizio. Ecco il concetto di “gentilezza agricola”: l’espressione di studio, ricerca, prove, assaggi, passione, umiltà per arrivare a tazze di caffe con un’identità precisa, rappresentative davvero di un terroir.

Le lavorazioni, in sostanza, devono cercare di mantenere più fedeli, più buone e più longeve le caratteristiche di un determinato seme di caffè, di un raccolto, di una ciliegia di caffè. Ecco l’autenticità da trovare e praticare attraverso la “gentilezza agricola”.

Sandro Bonacchi è un caffesperto che lavora dal 2000 nel mondo del caffè come torrefattore e dal 2017 come trainer formatore per la SCA (Speciality Coffee Association) nell’ambito dell’analisi sensoriale. È co-fondatore di Umami Area Honduras. Nel 2019 è stato autore con Andrej Godina del saggio ‘Caffè Zero’ a cui è seguita nel 2020 l’uscita dell’omonimo manifesto. Dal 2020 è co-fondatore di B.farm.

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