3,5 milioni di euro al Comune di Firenze per contrastare l’inquinamento da biossido di azoto (NO2) e 1,5 tra Piana lucchese e Piana Prato–Pistoia per la lotta al PM10.
La Toscana sotto le polveri sottili. I livelli d’inquinamento nell’aria hanno raggiunto valori critici. La Piana di Lucca si è vista confermare per il 2019 – sia dal rapporto Mal’aria di Legambiente che dalla mappa sulla qualità dell’aria in Toscana di Arpat – la maglia nera nella classifica regionale del PM10. Arpat ha calcolato anche per Firenze diversi superamenti del valore limite di inquinamento atomosferico durante l’anno. Nella Piana di Pistoia le rilevazioni Arpat e quelle di Legambiente continuavano a registrare alte concentrazioni di PM 2,5 persino durante il lockdown.
Due le direttrici con relative misure urgenti sulle quali la Regione interviene: il biossido di azoto (NO2) prodotto dal traffico veicolare e le polveri sottili, il PM10, proveniente soprattutto dai riscaldamenti domestici. La Giunta regionale ha appena approvato uno schema di accordo con il Comune di Firenze che prevede limitazioni per i veicoli fino a diesel Euro 4, cioè quelli più inquinanti, a partire dal primo marzo 2021, e fino a Euro 5, a partire da novembre 2025.
A questo scopo la Regione assegna al Comune 3,5 milioni di euro (risorse statali e regionali derivanti dall’accordo con il ministero dell’Ambiente) per un programma di incentivi rivolto ai cittadini residenti a Firenze affinché sostituiscano le auto particolarmente inquinanti con veicoli a basso impatto ambientale.
Per quanto riguarda le polveri sottili (PM10), la Giunta ha approvato due accordi con i Comuni della “Piana lucchese” e “Piana Prato – Pistoia” in base ai quali si prevede l’assegnazione rispettivamente di 900.000 e di 600.000 euro per la sostituzione degli impianti di riscaldamento civile a biomassa con impianti di condizionamento degli edifici, quali le pompe di calore e, prioritariamente, quelle servite da pannelli fotovoltaici e pannelli solari termici; e di contributi alle piccole aziende agricole e ai cittadini per l’acquisto di biotrituratori come alternativa agli abbruciamenti all’aperto dei residui vegetali delle coltivazioni.
Fonte: Regione Toscana
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