Giovedì 16 febbraio Caffè Scienza organizza un incontro con gli esperti per fare chiarezza sull’opportunità o meno del suo sfruttamento.
FIRENZE – L’idrogeno è l’elemento più abbondante dell’universo, formando fino al 75% della materia in base alla massa e più del 90% in base al numero di atomi, ma è molto raro nell’atmosfera terrestre e praticamente inesistente come H2 sulla superficie e nel sottosuolo. Sulla Terra la fonte più comune di questo elemento è l’acqua, che è composta da due atomi di idrogeno e uno di ossigeno (H2O).
Tra i vari usi dell’idrogeno vi è quello di possibile fonte di energia per l’autotrazione. L’idrogeno sembra essersi affermato come un elemento chiave per la transizione energetica ed è al centro delle agende politiche e delle strategie energetiche di numerosi Paesi del mondo e della Commissione Europea.
Secondo i sostenitori della cosiddetta economia all’idrogeno, rappresenterebbe un’alternativa pulita agli attuali motori a combustione interna alimentati da fonti fossili. Il problema vero, sollevato da più parti, è che esso non è una fonte primaria di energia come lo sono gas naturale, petrolio e carbone, in quanto deve essere prodotto artificialmente spendendo energia a partire da fonti energetiche primarie. Il ciclo di produzione/utilizzo sarebbe comunque inefficiente dal punto di vista termodinamico poiché produrlo richiederebbe in genere un’energia maggiore di quella che poi si renderebbe disponibile attraverso la sua combustione.
Per affrontare questi argomenti l’associazione di promozione sociale Caffè Scienza organizza per giovedì 16 febbraio ore 21 l’incontro Tutti i colori dell’idrogeno presso la Biblioteca delle Oblate di Firenze in via dell’Oriuolo 24.
E’ possibile produrre e sfruttare l’idrogeno utilizzando solamente fonti rinnovabili e generando zero emissioni? Quali sono le tecnologie più utilizzate per la produzione dell’idrogeno? Quali le applicazioni future? A questi quesiti proveranno a rispondere gli esperti Alessandro Abbotto dell’Università di Milano Bicocca e Alessandro Lavacchi dell’ICCOM-CNR di Firenze. Modera Gianna Reginato dell’ICCOM-CNR e Caffè-Scienza. Ingresso libero.
Purtroppo non ho potuto esserci. Partecipai anni fa a un incontro simile, sempre di Cafféscienza. E la domanda a cui non ebbi risposta è: in pratica, a cosa serve l’idrogeno?
Come vettore energetico è estremamente inefficiente. Avremo il problema di non avere abbastanza energia primaria, sprecarne il 70% nelle trasformazioni power-H2-power mi sembra folle. Per accumulo a breve, le batterie non hanno confronto, i bacini a doppio invaso per scale maggiori. Per autotrazione pure le batterie vincono alla grande. Resta l’accumulo a lungo termine (mesi), ma servono depositi geologici per accumulare l’H2 per mesi. CI sono studi a proposito?