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I mufloni del Giglio: salvi in una metà dell’isola, esposti ai fucili dei cacciatori nell’altra

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Abbattimenti sospesi solo nell’area protetta. Lav e Wwf: “Ampliare il Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano all’intera isola del Giglio”.

 

di Gabriella Congedo
2 novembre 2022

ISOLA DEL GIGLIO (Gr) – Il destino dei mufloni del Giglio è diviso a metà: protetti in una metà dell’isola, esposti ai fucili dei cacciatori nell’altra. Come sia possibile è presto detto: solo metà dell’isola rientra nel Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano, dove è in vigore da un anno l’accordo tra Lega Anti Vivisezione (LAV), Wwf ed Ente Parco per la sospensione degli abbattimenti. Nell’altra metà, che è fuori dal Parco, dal 1° ottobre il muflone si può cacciare.

All’origine di tutto c’è il progetto LetsGoGiglio per la tutela della biodiversità dell’isola, finanziato dall’Unione Europea, che ha dato il via all’eradicazione definitiva dei mufloni in quanto specie aliena. Il progetto prevedeva anche l’abbattimento degli animali, stimati in alcune decine di esemplari. Poi sono arrivate le proteste degli animalisti e la questione è diventata un caso nazionale. Il 30 novembre 2021 si arriva a un accordo tra Ente Parco, Lav e Wwf che porta alla sospensione degli abbattimenti, l’intensificazione delle catture e il trasferimento degli animali in oasi protette. Ancora prima, nel 2018, l’associazione Irriducibili Liberazione Animale aveva sottoscritto un accordo con il Parco per portare in salvo un certo numero di animali, accordo rinnovato nel 2021.

La collaborazione tra il parco nazionale e le associazioni animaliste ha funzionato, dicono i firmatari. Ad oggi circa 50 esemplari sono stati catturati e trasferiti presso le strutture segnalate da Lav, Wwf e Irriducibili Liberazione Animale dove potranno vivere tranquilli.
Rimane aperto il problema dell’altra metà dell’isola non ricompresa nei confini del Parco nazionale, dove invece si può sparare ai mufloni. Alcune sigle animaliste, tra cui la stessa Lav, la Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente (Leidaa) e l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) hanno inviato una diffida legale alla Regione Toscana .

Adesso Lav e WWF rilanciano la proposta di ampliare quanto prima la superficie del parco nazionale dell’Arcipelago Toscano all’intera isola del Giglio. E in attesa che ne sia verificata la fattibilità chiedono di sospendere immediatamente la caccia nella parte dell’isola esterna al Parco.
È insostenibile – dicono le due associazioni – continuare a mantenere a ridosso dei confini dell’area protetta attività umane che finiscono per arrecare danni o disturbo alla biodiversità tutelata, prima fra tutte l’attività venatoria”.

Quest’assurda divisione di un territorio con le stesse caratteristiche, aggiungono, rischia di vanificare la funzione principale del Parco che è la conservazione del patrimonio naturale. Allo stesso tempo “il mantenimento della caccia rappresenta un limite alle operazioni di cattura dei mufloni” così come “vanno assolutamente censurate le azioni di disturbo che qualcuno sta mettendo in atto contro il trasferimento dei mufloni catturati: si tratta di un atteggiamento che rischia di arrecare danni agli animali e allo stesso tempo spaventarli e spingerli fuori dall’area protetta e quindi alla portata dei fucili”.

LAV e WWF si appellano quindi alla Regione Toscana affinché “sospenda immediatamente la caccia nella parte dell’isola esterna al Parco, in attesa che si possa verificare, con il coinvolgimento dei cittadini dell’Isola del Giglio, esperti naturalisti e portatori di interesse, la fattibilità di una proposta di ampliamento del Parco”.

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