Il bilancio dopo l’accordo firmato con Lav e Wwf è di 35 mufloni abbattuti e 52 catturati e trasferiti. Sammuri: “Alla fine ne siamo usciti bene tutti”.
di Iacopo Ricci
7 dicembre 2021
ISOLA DEL GIGLIO (Gr) – All’Isola del Giglio i mufloni non ci sono più. “A due anni di distanza dall’accordo sottoscritto con LAV e WWF il progetto LIFE LETSGO Giglio per la parte che riguarda l’eradicazione del muflone è da considerarsi concluso, anche se tutte le altre azioni continueranno fino alla scadenza definitiva del progetto LIFE, il 31.12.2024” ha annunciato oggi il Parco Nazionale Arcipelago Toscano.
Per averne l’assoluta certezza il monitoraggio proseguirà con sopralluoghi periodici per tutto il 2024, più o meno la stessa procedura impiegata per certificare l’eradicazione del ratto dall’isola di Montecristo.
È stata scritta così la parola fine su una questione che ha avuto enorme risonanza e portato la piccola isola toscana alla ribalta delle cronache. All’origine c’è il progetto LetsGoGiglio per la tutela della biodiversità dell’isola, finanziato dall’Unione Europea, che ha dato il via all’eradicazione definitiva dei mufloni in quanto specie aliena.
Il progetto prevedeva anche l’abbattimento degli animali ma dopo le proteste degli animalisti il 30 novembre 2021 è stato firmato un accordo tra Ente Parco, Lav e Wwf (leggi qui l’articolo) che ha portato alla sospensione degli abbattimenti, l’intensificazione delle catture e il trasferimento degli animali in oasi protette. (In realtà si sapeva da un pezzo che questi ungulati erano destinati a scomparire dall’Arcipelago toscano e già nel 2018 l’associazione Irriducibili Liberazione Animale aveva sottoscritto un accordo con il Parco per portarne in salvo un certo numero, accordo rinnovato nel 2021).
Da allora sono stati catturati, trasferiti e successivamente sterilizzati 52 mufloni. Poi, dopo oltre un anno di sospensione e di sole catture, sono ripresi anche gli abbattimenti e sono stati abbattuti gli ultimi mufloni. Quindi il parco chiude il progetto, salvo ritocchi conseguenti al monitoraggio, con 35 mufloni abbattuti (40%) e 52 catturati e trasferiti (60%) dopo l’accordo fatto con LAV e WWF.
Non tutto è andato liscio però. A proposito delle catture il Parco sottolinea come le operazioni “siano state rese più difficili e meno efficaci da numerose azioni di disturbo. Gli operatori sono stati pedinati e filmati mentre lavoravano e numerose sono state le azioni di sabotaggio, danneggiamento e, addirittura, di furto delle attrezzature utilizzate per le catture, tutte regolarmente denunciate”. Per questo il Parco “è stato costretto a chiedere la collaborazione dei Carabinieri che hanno provveduto a mettere a disposizione mezzi militari e anche a “scortare” una parte del trasferimento. Non ci sono dubbi che, senza tutte queste azioni di disturbo, i mufloni catturati e trasferiti avrebbero potuto essere ben più numerosi”.
Il presidente del Parco Giampiero Sammuri, più volte denunciato dagli animalisti, traccia comunque un bilancio positivo: “Penso che alla fine ne siamo usciti bene tutti, noi che abbiamo realizzato l’importante obbiettivo dell’eradicazione del Muflone e le associazioni che hanno spinto e ottenuto la consistente riduzione dei mufloni abbattuti. È grazie al loro positivo contributo che 52 mufloni non sono stati abbattuti”.
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