Il 22 maggio sono iniziati i lavori di “riqualificazione” (e di abbattimento di grandi alberi) finanziati con 770.000 euro del PNRR.
di Donatella Mercatelli, referente Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) Toscana
12 giugno 2023
POGGIBONSI (Si) – I grandi alberi ailanti cresciuti spontaneamente, quasi nascosti dietro al muretto della stazione di Poggibonsi, in disparte, tra la sporcizia, capitozzati e ricapitozzati, non volevano però morire. L’ailanto (albero del paradiso, Ailanthus altissima) cresce velocemente, senza esigenze, tra asfalto e spazzatura, sembra quasi che non necessiti nemmeno della terra. Erano gli unici grandi alberi rimasti a dare ombra e ossigeno in un angolo della piazza Mazzini riqualificata col taglio di tutti i suoi 35 grandi alberi con il blitz di ferragosto 2018. Perché la “riqualificazione” dell’area con finanziamenti del PNRR, 770.000 euro, non sarebbe stata possibile senza tagliare anche questi grandi alberi?
La risposta deriva dal fatto che è del tutto assente la consapevolezza che i grandi alberi sono una ricchezza e non si tagliano, a meno che non sia dimostrata la loro pericolosità. La risposta deriva dal fatto che dilaga l’analfabetismo ecologico e, nonostante la natura ci avvisi dei suoi estremi disagi, mancano orecchie capaci di udire e occhi capaci di vedere. Sembra che l’uomo creda di poterne fare a meno, inoltre la provoca in ogni maniera, tagliando i grandi alberi cittadini, distruggendo i boschi, ricoprendo la Terra di asfalto e cemento, manipolando i suoi fiumi e torrenti, riempendo tutto di veleni e plastica. Anche un solo grande albero dona benefici inestimabili ma pochi lo comprendono. Certamente lo ignora Poggibonsi e nemmeno lo sanno quegli amministratori del Comune a cui gli elettori hanno affidato la cura dei grandi alberi e del verde, anche di quelli esistenti prima delle “riqualificazioni urbane”.
Così come continuano a ignorare che, nel periodo della riproduzione dell’avifauna selvatica (marzo-luglio) non dovrebbero effettuarsi tagli senza aver prima verificato puntualmente l’assenza di nidi come prescrive l’articolo 5 della Direttiva n. 2009/147/CE sulla tutela dell’avifauna selvatica, esecutiva in Italia con la legge n. 157/1992 e s.m.i.
Inoltre la solita risposta che il progetto prevede la piantumazione di piante di “arredo urbano” serve solamente a confermare la diffusa ignoranza condita di un pizzico di malafede. Nel celebre romanzo di Betty Smith Un albero cresce a Brooklyn, il protagonista vegetale è proprio un ailanto che spunta nel povero cortile di un quartiere di New York. Nel libro l’ailanto è la metafora centrale, per la sua capacità di prosperare in un ambiente ostile, come gli abitanti dei quartieri poveri.
L’albero, una rarità nel duro ambiente urbano, è amato dalla giovane protagonista del libro e del film, che rimane profondamente turbata quando viene potato spietatamente fino a farlo morire. Il padre la rassicura che ricrescerà e alla fine lo fa davvero, diventando un simbolo di speranza e perseveranza. Si legge nell’introduzione del libro: “C’è un albero che cresce a Brooklyn. Alcuni lo chiamano l’albero del paradiso. Non importa dove cade il seme, dà un albero che si sforza di raggiungere il cielo. Cresce in un terreno incolto recintato con assi e cumuli di immondizia abbandonati. Esce dai cancelli della cantina. È l’unico albero che cresce nel cemento. Cresce rigoglioso… sopravvive senza sole, senza acqua e, apparentemente, senza terra“.
Nella filosofia del Tao l’ailanto viene descritto come “inutile, gratuito, grande, generoso”. Queste stesse caratteristiche sono quelle che vengono rimproverate agli esemplari di questa specie nei paesi occidentali. L’alianto è considerata specie aliena invasiva a livello europeo, per cui viene eliminata senza tanti scrupoli, anche quando è in area vincolata, anche quando è l’unico albero nel raggio di centinaia di metri.
Il rifiuto dell’alianto in Occidente, anche quando non procura danni, rappresenta l’incapacità di accogliere l’apparizione di una forma di vita spontanea e la volontà di imporre da parte dell’uomo il controllo assoluto sullo spazio urbano. Tanta strada resta da fare per tornare a comprendere cosa significa per l’uomo la sua stessa natura, anche e in modo particolare nella nostra città di Poggibonsi.
Con tutto rispetto per l’impegno della dott.ssa Mercatelli, non difenderei gli ailanti anche se danno ombra ad un parcheggio. L’ailante in Italia e’ un infestante, danneggia i manufatti e invade e snatura la flora autoctona.
Che l’Albero Ailanto sia stato considerato specie aliena, invasiva, a livello europeo, è evidenziato nell’articolo, basta leggere. C’è da chiedersi, semmai, quale flora autoctona sarebbe stata invasa e snaturata da questi Ailanti tagliati e sradicati dato che c’erano solo loro e quali manufatti avrebbero danneggiato visto che è stato abbattuto anche il muretto di mattoni preesistente? Avrebbero buttato giù l’edificio della Stazione? Oppure si riferisce all’asfalto? In quest’ultimo caso, certamente sì, dato che si pensa che gli Alberi devono essere ” cementati alla base, e fermi lì, sennò si tagliano”