Il Comune ha organizzato un programma di educazione ambientale per ragazzi e adulti attraverso laboratori e attività esperienziali pratiche.
Redazione
25 marzo 2025
GREVE IN CHIANTI (Fi) – Sono trascorsi solo pochi giorni dall’emergenza che ha interessato la Toscana a causa delle piogge in eccesso con pesanti conseguenze su interi territori soggetti a esondazioni di fiumi e corsi d’acqua. I problemi idrogeologici del territorio toscano sono prevalentemente riconducibili al consumo di suolo, alle migliaia di ettari di aree ricoperte da cemento, strade, capannoni che espongono la popolazione al rischio alluvioni. Le soluzioni ci sarebbero e gli interventi di tutela del territorio appaiono sempre più urgenti e necessari.
Sul tema il Comune di Greve in Chianti ha organizzato un programma di educazione ambientale per favorire la conoscenza storica, ambientale e geomorfologica del territorio e informare sul dissesto idrogeologico e sui rischi che può correre un sistema fluviale come quello chiantigiano, attraversato dai torrenti Greve e Pesa. Il programma del Flumina Tour, a cura della cooperativa Eta Beta, ha visto tre giorni di laboratorio alternati all’esperienza educativa e didattica attiva degli allievi delle scuole, coordinati dalle insegnanti Cristina Turchi e Agata Maddoli.
E’ stata un’occasione di educazione, formazione e sensibilizzazione anche per gli adulti grazie a un incontro organizzato presso la sala Margherita Hack alla presenza del sindaco Paolo Sottani, dell’assessora all’Ambiente Monica Toniazzi, degli insegnanti del Comprensivo e dei rappresentanti delle associazioni ambientaliste del territorio. “Il laboratorio interattivo ha offerto agli studenti la possibilità di comprendere in maniera pratica e coinvolgente le dinamiche del rischio idrogeologico attraverso attività esperienziali – ha detto l’assessora Toniazzi – e i ragazzi hanno potuto esplorare fenomeni naturali complessi come le piene fluviali, le frane e i processi di erosione, imparando al contempo l’importanza della gestione sostenibile del territorio”.
I ragazzi hanno potuto simulare la costruzione di insediamenti vicino ai corsi d’acqua osservando in tempo reale come la presenza di edifici, strade e argini artificiali possa influenzare il deflusso delle acque, aumentando il rischio di alluvioni. Questa simulazione ha aiutato a comprendere l’importanza della pianificazione territoriale e delle zone di rispetto fluviale.
“Un altro esperimento chiave ha riguardato le frane – ha concluso Monica Toniazzi – facendo comprendere l’importanza della manutenzione del territorio e della riforestazione. I ragazzi si sono misurati anche con interventi di ripristino dopo eventi calamitosi. Sperimentando tecniche di ingegneria naturalistica, come la costruzione di palizzate o la piantumazione di essenze autoctone, hanno potuto comprendere come queste pratiche possano stabilizzare i versanti e mitigare i danni futuri”.

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